Le foto intergender di Del LaGrace Volcano a New York

Si inaugura mercoledì al museo Leslie-Lohman di New York la prima retrospettiva sul/la fotografa/o intergender Del LaGrace Volcano, tre decenni di indagine iconografica sullo slittamento identitario.

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“Un’abolizionista del genere”. Così si definisce la/il fotografa/o Del LaGrace Volcano, nata 55 anni fa in California con identità femminile (all’anagrafe risulta Debra Anne Wood e inizialmente si faceva chiamare Della Grace) per intraprendere un lungo percorso di esplorazione intersessuale iniziato come transessualismo FtoM, ma che sembra non interrompersi, come testimoniato dalla sua opera fotografica, all’insegna di una continua ricerca di sé e dell’altro in una sorta di fluidità queer che annulla le barriere tra i generi passando dall’ermafroditismo al fenomeno dei drag kings. Il museo Leslie-Lohman di New York gli dedica "Del LaGrace Volcano: A Mid-Carreer Retrospective" ("Del LaGrace Volcano: Una Retrospettiva a Metà Carriera") che verrà inaugurata mercoledì 19 settembre, prima esaustiva ricomposizione del corpus di opere realizzato in tre decenni da un artista non incasellabile, pioniere della fotografia lgbt ma poco esposto negli Stati Uniti, come ricordato nell’introduzione alla mostra (attualmente Del LaGrace vive in Svezia).

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“Attraverso lo studio di ritratti e autoritratti con disarmante sincerità, spiegano i curatori Jonathan David Katz e Julia Haas, Volcano realizza una mappatura della relazione spesso complicata fra trasformazione fisica e slittamento identitario. Il punto di forza del lavoro di Volcano è la sua dimestichezza con le categorie e le strutture della sessualità, del genere e dell’identità, una spinta per ridefinire il corpo in un processo incessante, un contenitore mutevole di carne viva”.
“Volcano mobilita il suo genere e la sua identità intersessuale come un’alternativa alle norme di genere binario – continuano i curatori – riconoscendo che nel genere, come nella sessualità, non si tratta di bianco o nero. Ma l’opera di Volcano, soprattutto, non è transgender, almeno non nel termine normalmente utilizzato per spiegare la progressione constatabile da un genere all’altro, quanto piuttosto riguarda l’intersesso, lo spazio interstiziale fra i generi, condividendo nello stesso momenti aspetti di entrambi. Come evidenziato anche dall’uso alternato dei pronomi, Volcano interpreta il suo lavoro come una continua sfida alle norme di leggibilità e comprensibilità dei generi.

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Quando fotografa un modello di colore in sgargianti abiti da operetta in un desolato panorama antartico, interamente bianco e senz’anima viva, tutti i simboli identitari visibili si cancellano a vicenda: il bianco incontra il nero, la cultura incontra la natura, il maschile incontra il femminile. Il rifiuto di Volcano di aderire agli standard tradizionali si estende a ogni livello del suo lavoro, espletandosi in immagini che riguardano il genere ma anche la razza, la sessualità e la bellezza”.
“La mia intenzione è smontare la nozione di ‘corpo veritiero’”– spiega Del LaGrace Volcano –. Il mio lavoro dimostra come il sesso fisiologico sia un costrutto culturale inteso come genere. Anche se sappiamo che la relazione fra una fotografia e la verità non è affidabile, vogliamo ancora credere a ciò che ci dicono i nostri occhi”.
L’artista sarà presente sabato 22 settembre al museo Leslie-Lohman per un incontro pubblico in programma dalle 14 alle 16. La mostra è visitabile fino all’11 novembre.

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