Nel 1939 45 uomini omosessuali, tra Catania e provincia, vennero arrestati dalle forze dell’ordine e spediti presso l’isola di San Domino, nelle Tremiti. L’anno scorso vi avevamo parlato del bellissimo libro prodotto da Luana Rigolli, che in 144 pagine ha ricostruito il viaggio dei 45 arrusi di San Domino, documento che è una vera e propria reliquia storica tra schede biografiche, verbali, visite mediche, lettere ai parenti, e suppliche di grazia. Un lavoro che ha visto Rigolli lavorare con l’Archivio Centrale di Stato a Roma: “Consultando questi documenti è un po’ come se li avessi conosciuti” aveva raccontato a Gay.it.
Da qualche giorno, in occasione di San Valentino, le foto degli arrusi sono diventate un allestimento sul ponte pedonale del Pigneto, a Roma, lungo il quale sono state affisse quarantacinque fotografie di giovani mandati al confino durante il regime fascista a causa della loro omosessualità.
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Rigolli, 40 anni, è residente nel quartiere del Pigneto. Si è occupata personalmente dell’installazione delle immagini all’alba, come parte del progetto Pigneto in Love, promosso in occasione della festa di San Valentino.
Il caso degli “arrusi” fu originariamente portato alla luce da due studiosi romani, Gianfranco Goretti e Tommaso Giartosio, negli anni ’90, nel loro libro La città e l’isola. Il libro racconta la storia di uno degli ultimi sopravvissuti tra i 45 giovani inviati al confino nel 1939, durante il mandato del questore fascista di Catania, Alfonso Molina. Catania, sotto la sua gestione, ebbe il triste primato di incarcerare il maggior numero di persone per il solo motivo dell’omosessualità.
I giovani “arrusi” furono deportati sull’isola di San Domino nelle Tremiti, con una pena prevista di almeno cinque anni. Tuttavia, lo scoppio della guerra portò al loro ritorno a Catania nel giugno del 1940, con l’obbligo di presentarsi regolarmente alla caserma. Dopo la guerra, il destino dei 45 giovani rimase avvolto nel mistero.
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