Una ventata di ‘alma latina’, col suo caratteristico pathos sincero e prorompente, ha emozionato il pubblico del 31esimo Torino Gay & Lesbian Film Festival in corso al Cinema Massimo: è stato presentato ieri sera in competizione il palpitante melò Viva, ambientato a Cuba ma diretto da un irlandese, Paddy Breathnach. Ed è subito vitalità, ruspante e camp, che si respira tra i vicoli più poveri di un’ Havana colorata sempre in movimento, dove il diciottenne Jesus fa il parrucchiere a domicilio per signore piuttosto frollate ma sogna di fare la drag nel cabaret gestito dall’imperiosa Mama.
La prima audizione non va bene, eppure Jesus è caparbio, sceglie il nome d’arte Viva visto sulla copertina di una rivista e piano piano conquista il pubblico con mises raffinate e una voce che arriva dritta dritta (d)al cuore. Ma quando ricompare il padre Angel che non vedeva da quindici anni, reduce da un periodo di galera, Jesus è costretto a occuparsi di lui in un appartamento fatiscente. Ma Angel è omofobo e violento, dilaniato dal sogno frustrato di realizzarsi come pugile, e Jesus dovrà scegliere tra le sue aspirazioni artistiche e il desiderio del padre che abbandoni per sempre il sogno di lavorare in drag.
Sono soprattutto le interpretazioni, convincenti nella loro autenticità, a colpire in Viva: il protagonista Héctor Medina si cala davvero con convinzione negli abiti glitter di un sogno drag. Ritroviamo anche un irriconoscibile Jorge Perugorria (ve lo ricordate nel cult gay Fragola e cioccolato?) perfetto nei suoi sottotoni a dar corpo al dolente padre Angel ferito nell’anima e colmo di pregiudizi nei confronti dell’omosessualità piuttosto appariscente di Jesus. E anche il côté en travesti non ha nulla di ridicolo o macchiettistico, con una gran prova di Luis Alberto Garcia che letteralmente si trasforma in una divina star in drag e consegna alla sua Mama tutta la ruvidezza e la forza di un bel personaggio, una sorta di ‘madre putativa’ per il talentuoso Jesus (quella vera è morta) pronta ad andare a casa sua a riprendersi il suo allievo prediletto e fronteggiare direttamente il padre padrone. Ma è soprattutto il rapporto fra Jesus e Angel a far vibrare corde emotive nel profondo, e la commovente scena madre dell’esibizione davanti al genitore ha fatto sgorgare qualche lacrimuccia fra gli spettatori. L’idea di Viva è nata a metà degli anni ’90, quando il regista frequentò vari drag club cubani: “Avevano un’energia emozionale selvaggia – ha dichiarato Breathnach al Los Angeles Times – le drag queen di Cuba sono diverse”.
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