Il fumetto è una forma di intrattenimento che può vantare oltre cento anni di vita (la data ufficialmente riconosciuta è il 1895, con la prima tavola di Yellow Kid). Da allora a oggi di acqua sotto i ponti ne è passata molta, e purtroppo molti personaggi significativi sono del tutto ignoti alle generazioni più giovani, a maggior ragione se si tratta di personaggi che erano diventati delle “icone gay” prima che la comunità gay prendesse coscienza di se. Lasciando da parte il caso dei supereroi, che per generazioni sono stati il sogno proibito degli adolescenti gay americani (e non solo), non sono pochi i personaggi – oggi praticamente sconosciuti – che rappresentarono un momento importante nella definizione dell’immaginario erotico gay in varie parti del mondo. Se, per esempio, vi capitasse di chiedere ad un gay inglese sulla cinquantina quali fumetti catalizzavano la sua attenzione in gioventù, probabilmente vi parlerebbe di Garth.
Per inquadrare Garth nel giusto contesto, però, è necessario aprire una piccola parentesi e parlare di Jane. Jane era la bella protagonista di una serie di striscie giornaliere pubblicate dai quotidiani inglesi a partire dal 1932 e che fino al 1959 fu uno dei maggiori successi fumettistici britannici. Il motivo? Molto semplice: l’autore cercava sempre nuovi pretesti per toglierle gli abiti di dosso e mostrare le sue curve ai lettori. Poteva essere l’amo di una canna da pesca a strapparle una gonna, un ramo che la privava della camicetta o un ladro che le rubava il guardaroba mentre faceva la doccia… L’importante era mostrarla svestita il più spesso possibile. Narra la leggenda che fosse l’idolo dei soldati anglofoni nella seconda guerra mondiale, e che lo sbarco in Normandia fu coronato dal successo proprio in seguito alla sua prima apparizione completamente nuda!
In ogni caso fu proprio da Jane che, nel 1943, il fumettista Steve Dowling prese spunto per ideare Garth, ovvero la controparte maschile di Jane.
Garth, fin dalle prime striscie si presentava come un ragazzone biondo e dal fisico possente, dai tratti decisi e disposto a mostrare il suo corpo senza inibizioni quando se ne presentava la necessità (il che accadeva decisamente spesso). Ovviamente non si trattava di un fumetto esplicitamente gay (nell’Inghilterra di quegli anni sarebbe costato il carcere a vita al suo creatore), tuttavia tutta una serie di escamotages narrativi offrivano il pretesto per mettere bene in mostra l’esuberante virilità del protagonista.
Giusto per fare un esempio: nelle prime striscie della sua saga Garth è il capitano di un battello che viene silurato, perde la memoria e l’esplosione gli lacera gli abiti, dopodichè nuota fino ad un’isola dove rimarrà con un look quasi adamitico fino a quando non l’avrà liberata dal tiranno locale… Tuttavia questo è solo l’inizio. Dopo il suo primo ciclo di avventure conosce il geniale professor Lumière, uno psicologo che lo aiuterà a recuperare la memoria, ma anche a risvegliare un suo potere nascosto, ovvero quello di viaggiare indietro nel tempo per brevi periodi e in maniera incontrollata. Per qualche motivo (e volendo anche qui non mancherebbero i sottointesi), Garth diventa il compagno di viaggio del professor Lumière nei suoi viaggi intorno al mondo e di volta in volta finisce nelle epoche più significative dei luoghi che sta visitando… Garth si ritrova così ad essere un uomo preistorico in perizoma o un antico guerriero greco, un soldato della guerra d’indipendenza o un crociato… E ovviamente ogni occasione è buona per strappargli di dosso i vestiti e mostrare la sua prorompente muscolatura.
A differenza di Jane, però, il tono delle avventure di Garth non è mai troppo allegro, e spesso il protagonista si trova umiliato, spogliato e torturato dai nemici di turno anche in maniera molto pesante. In parole povere poteva benissimo essere considerato un fumetto gay per amanti del sadomaso e c’erano tutti gli elementi per vietarlo ai minori, tuttavia l’autore risolse il problema alla radice, facendo di Garth una specie di playboy d’assalto… Perlomeno all’apparenza, visto che le sue partners finivano regolarmente per fare una brutta fine, si presentavano molto più vestite del protagonista e tuttosommato la loro femminilità metteva ancora più in risalto la di lui mascolinità.
Tra le altre cose l’unica comprimaria fissa – nonchè presunta girlfriend di Garth – è una sorta di incarnazione del bene universale di nome Astra, cioè una specie di antitesi della carnalità femminile.
I vari autori che si sono succeduti nella realizzazione di Garth non hanno mai tradito queste premesse, e alla fine il personaggio era talmente popolare nella comunità gay inglese che all’inizio degli anni ’80 – più o meno quando le striscie di Garth cessarono le pubblicazioni – il fumettista e illustratore erotico noto come Zack ideò un personaggio praticamente identico a Garth, lo chiamò Rogue e ne fece il suo cavallo di battaglia (rendendo esplicite le connotazioni gay “slave” e “sadomaso” che Garth per forza di cose non poteva mostrare).
Chi l’ha detto che è iniziato tutto da Tom of Finland?
di Valeriano Elfodiluce
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