Insultata e umiliata per la propria omosessualità dal medico che le stava facendo la visita più intima: vittima una 23enne lesbica.
Il caso è accaduto a fine gennaio nella Capitale e a danno di una donna lesbica, Viola, come si firma nella sua testimonianza rilasciata proprio l’8 marzo sul blog ‘Abbatto i Muri‘, ha deciso di denunciare il ginecologo per molestie sessuali.
Un professionista sulla sessantina, dai modi educati e dall’aspetto borghese, così lo descrive Viola, che saputa la sua omosessualità l’ha guardata negli occhi durante una transvaginale dicendole “Se avessi avuto trent’anni di meno avrei provato a farti cambiare idea… e ci sarei riuscito”.
Non basta l’imbarazzo della donna per fermare lo sproloquio omofobico del ginecologo, che anzi prosegue, trasformando quel controllo medico in una situazione ai limiti dell’abuso: “Perché vai a letto con le donne? Avrò la muffa dentro io, ma trovo strana questa cosa dell’omosessualità. Non credo accetterei un figlio gay – avrebbe detto il dottore – Sei troppo bella, torna agli uomini invece di stare con le tue amichette. Ma non ti manca il rapporto con un uomo?”.
E poi i baci prolungati sulla guancia, racconta Repubblica, e un controllo al seno che diventa l’occasione per dare della “monella” alla paziente.
“Ci sono donne – si legge nella conclusione del post – intimamente subordinate alla figura del maschio, donne che non giudicano questi comportamenti come molestie, ma come inevitabili avance e che scatenano in loro anche qualche lusinga.
Donne deboli che non vogliono vedere i soprusi, che non hanno il coraggio per rendere migliore questo mondo, e si limitano ad accettare di buon grado qualsiasi parola di troppo, arrivando anche a giustificare i molestatori.
Ecco, io oggi non dico grazie a quelle donne. Non a loro.
Troppo spesso l’anno di molte di noi si apre, continua o finisce con una denuncia per molestia sessuale, quando ci va bene.
E non grazie alle donne che non alzano la testa o che non sostengono le loro sorelle cambieremo questo mondo.
Donne forti, vi ringrazio.
Alle altre donne dico: vi aspetto dall’altra parte. Là dove c’è il coraggio, l’amore per le altre, per voi stesse e magari, forse, un futuro diverso”.
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