In Senegal il corpo di uomo defunto è stato riesumato il giorno dopo per poter essere bruciato e “purificato” perché l’uomo apparteneva alla comunità LGBTIQA+. Nella cultura locale era considerato dispregiativamente “mezzo uomo e mezzo donna”, per indicare che era un uomo gay.
È accaduto nel distretto di Ndagane, nella provincia di Kaolack, a sud del paese, non lontano dal confine con il Gambia. Il corpo di C.F. era stato trasportato per volontà di sua madre nella città di Touba, città santa del Mouridismo (una confraternita musulmana) e seconda città del Senegal dopo la capitale Dakkar.
Quando i membri della Dahira Moukhadimatoul Khidma, confraternita musulmana responsabile della gestione della Grande Moschea e dei cimiteri di Touba, hanno saputo che l’uomo, in vita, era un Góor-jigéen, hanno rifiutato la sepoltura. In molti paesi africani, esistono figure istituzionalizzate della diversità di genere, come il “góor-jigéen” in Senegal. Questa figura, originariamente un uomo biologico con attegiamenti femminili, aveva un ruolo sociale riconosciuto, ma ora il termine Góor-jigéen è spesso usato come insulto per descrivere omosessuali maschi, e riflette una trasformazione negativa nella sua percezione e posizione nella società senegalese (leggi per esteso qui il significato di góor-jigéen). Leggi anche: 10 culture del mondo che contemplano e onorano il genere non binario
La donna voleva seppellire suo figlio nella città sacra alla propria religione, ma suo figlio era presumibilmente gay, e per questo i depositari di quella confraternita musulmana hanno ripudiato il corpo dell’uomo.
A quel punto la madre di C.F. è tornata a Ndagane (Kaolack) e insieme agli altri membri della propria famiglia, si è apprestata a seppellire in forma discreta il corpo del proprio figliolo nel cimitero locale di Léona Niassene. Ma non c’è pace per il corpo di un (presunto) omosessuale morto in una terra di fondamentalismo religioso. Poco prima del rito di sepoltura, i giovani locali hanno circondato l’impresa di pompe funebri per opporsi alla sepoltura del corpo, perché ritenuto il corpo di un Góor-jigéen.
L’indomani, a sepoltura avvenuta, si è consumata la barbarie. Il corpo dell’uomo è stato riesumato, per essere successivamente bruciato in piazza e “purificato”. Una numerosa folla si è radunata intorno al rito di cremazione coatto per celebrare il momento di purificazione. Braccia alzate al cielo, esultanza, telefonini spianati per catturare foto e video del rogo.
Di seguito il video che mostra l’atroce rito imbastito in piazza, il fuoco che purifica il corpo di una persona LGBTIQ+ che brucia. Intorno al fuoco si possono vedere chiaramente svariate centinaia di persone inneggianti. Il video è stato segnalato a Gay.it da una fonte attendibile che opera su territorio senegalese.
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Scrive SeneNews, media senegalese in lingua francese:
“La folla esulta attorno al fuoco, a pochi metri dal cimitero dove il corpo di un presunto omosessuale è stato riesumato e cremato dagli abitanti di Léona Niassene, comunità religiosa situata nel comune di Kaolack”
Sul caso è stata immediatamente aperta un’indagine. Abasse YayaWane, pubblico ministero di Kaolack, ha rilasciato una comunicazione stampa:
“La sera del 28 ottobre 2023, siamo stati informati dal commissario centrale di Kaolack che individui non identificati si sono presentati al cimitero di Léona Niassene alla ricerca della tomba del defunto C. F. che era stato sepolto lì il giorno prima.
Essendo riusciti a identificare la sua tomba, questi individui hanno semplicemente riesumato il suo corpo, trascinandolo fuori prima di bruciarlo. Questi atti estremamente gravi, che costituiscono una barbarie, interpellano le autorità e non possono rimanere impuniti.
Per questo motivo abbiamo immediatamente richiesto l’apertura di un’indagine al fine di individuare gli autori del reato e avviare nei loro confronti il procedimento penale previsto dalla legge in materia.”
In Senegal l’omosessualità è considerata un reato punibile con la reclusione da uno a cinque anni (articolo 319 del Codice penale). Un episodio analogo avvenne nel 2008 a Guinguinéo, anche in quel caso fu profanata la tomba di un presunto omosessuale.
Lo scorso Agosto in Senegal dieci persone sono state arrestate per “sospetti comportamenti omosessuali”. Soltanto due giorni fa in Nigeria 76 persone sono state fermate perché omosessuali, mentre partecipavano a una festa di compleanno.
Tutte le notizie di Gay.it sulla feroce escalation di repressione alla comunità LGBTIQ+ in Africa >
Di seguito il comunicato stampa del pubblico ministero di Kaolack:
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