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“Lotta e cura senza paura”, il potente dualismo di una comunità in marcia, Rivolta Pride 2023 a Bologna: – GALLERY

"Stiamo subendo attacchi su tutti fronti: nelle scuole, nella famiglie, nelle nostre identità". Il Rivolta Pride balla la sua rivoluzione: almeno 60.000 i partecipanti al corteo del 1 luglio.

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rivolta bologna pride 2023
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Se non posso ballare, allora non è la mia rivoluzione”.

Nell’osservare la travolgente folla che lo scorso sabato 1 luglio ha invaso le strade di Bologna durante il Rivolta Pride 2023, torna in mente la celebre frase di Emma Goldman: quest’anno, ciascuna delle 53 parate organizzate in Italia è una rivolta, un coro di voci in lotta per affermare il proprio diritto a esistere.

Il rossissimo capoluogo emiliano ha indossato i colori arcobaleno in un pomeriggio rovente, ospitando un corteo con almeno 60.000 partecipanti, una marea umana a rappresentare ogni sfumatura dell’identità queer calpestata dall’omofobia istituzionale. Ecco com’è andata.

 

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In 60.000 al Rivolta Pride: “Lotta e cura senza paura

Da porta Saragozza fino a piazza XX Settembre, la parata dell’orgoglio ha trasformato le strade del cittadino in un vero e proprio fiume arcobaleno.

Protagonista di questa edizione, uno slogan potente e significativo: “Lotta e cura senza paura“. Questo motto incisivo richiama le battaglie politiche degli anni Settanta e pone l’accento sulle sfide ancora presenti per la comunità LGBTQI+ nell’ottenere una completa uguaglianza e inclusione.

Il Rivolta Pride ha preso la decisione quest’anno di operare in totale indipendenza, senza il sostegno finanziario o il patrocinio delle istituzioni. Gli organizzatori hanno ritenuto che questa scelta consentisse alla manifestazione di esprimersi con la massima autonomia nelle proprie rivendicazioni politiche.

Questa mossa ha garantito che il Rivolta Pride potesse mantenere la propria integrità e indipendenza, permettendo di mettere in primo piano le istanze della comunità LGBTQI+ senza interferenze esterne.

Quest’anno il Rivolta Pride ha uno slogan molto forte – spiega Camilla Ranauro, presidente del Cassero – stiamo subendo attacchi su tutti fronti: nelle scuole, nella famiglie, nelle nostre identità. In particolare le famiglie sono attaccate dal governo in maniera esplicita e diretta sia le famiglie con due padri, sia le famiglie con due madri. Tutte le nostre relazioni non normate, non eterosessuali sono messe al bando, dalla politica del governo e della ministra Roccella. Noi vogliamo appunto mettere al centro il tema della cura, la cura delle relazioni, della famiglia, ma anche della lotta perché siamo molto arrabbiate con questo governo e della situazione che siamo costretti a vivere”.

In testa, il carro del comitato organizzatore non si è trattenuto dal definire “fascista” l’attuale governo Meloni, esprimendo così una chiara opposizione alle politiche discriminatorie che rappresentano una minaccia per la libertà e la sicurezza della comunità LGBTQIA.

“Per fortuna Bologna ha un sindaco responsabile, che continua a riconoscere gli atti di nascita dei bambini con due mamme, ma il problema esiste anche nel caso in cui ci siano due papà, e non sappiamo cosa le Procure decideranno di fare” inizia così l’intervento di Famiglie Arcobaleno in piazza XX Settembre. “chi ci attacca volutamente non parla con tutte le donne fantastiche che ci hanno aiutato nei percorsi di gpa. Ci ritengono criminali ma la società ha capito che non siamo criminali, i criminali sono altri”.

Nonostante l’assenza di patrocini, un importante sostegno per la manifestazione è arrivato direttamente dal sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che si è unito alla parata fin dai primi istanti, accompagnato dalla vicesindaca Emily Clancy e da altri membri della giunta comunale.

Sto portando avanti le trascrizioni dei bimbi nati all’interno di coppie omogenitoriali perché credo sia un diritto riconosciuto dalla corte Costituzionale” spiega Lepore in un intervento “Viene chiesto ai sindaci di mettere al primo posto il diritto dei minori ed è quello che stiamo facendo a Bologna e in tante città italiane, nonostante ci sia un clima politico nazionale avverso a questa scelta. Noi non stiamo disobbedendo, stiamo applicando la legge. Il problema è che in questo momento in Italia bisogna chiarire le modalità con cui bisogna fare questi riconoscimenti. Non bisogna tornare indietro, bisogna andare avanti. E questo è il coraggio che viene richiesto al Parlamento”.

Protagoniste del Rivolta Pride, le famiglie arcobaleno, con numerosi genitori e bambini in marcia.

Al primo Pride a Bologna nel 1978 eravamo in 200, tutti i gay autodichiarati d’Italia. Oggi in tutte le città in cui si è tenuto il Pride sono scese in piazza un milione di persone – osserva l’attivista storico Franco Grillini – Chi dice che non è cambiato nulla è un pazzo. E guarda sono tutti felici, è l’unica manifestazione in Italia dove sono tutti felici”.

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