È sempre più frequente leggere nelle app di dating PV, la Madonna di Pavia o simboli che rimandano al chemsex. A cosa si riferiscono?
Il Metilenediossipirovalerone (MDPV) è una sostanza sintetica che, inibendo la ricaptazione della noradrenalina e della dopamina, provoca effetti stimolanti e modificazione delle percezioni.
Appartiene al gruppo degli empatogeni/entactogeni e si presenta come una polvere biancastra/giallina generalmente non cristallina, dall’odore pungente e piuttosto sgradevole.
L’MDPV provoca euforia, aumenta la loquacità, incide sulle prestazioni fisiche e modifica le percezioni sensoriali, aumentando il desiderio e l’appetito sessuale.
La sostanza ha cominciato a circolare dagli inizi degli anni 2000.
Negli ultimi anni è sempre più diffusa fra le persone che fanno chemsex, ovvero coloro che hanno l’abitudine di fare sesso utilizzando droghe sintetiche, come il mefedrone (mef), il GHB o GBL (G) e il crystal meth (tina) e di estrazione da sostanze vegetali, come la coca basata.
Una delle motivazioni per cui si sta diffondendo così tanto, soprattutto in Nord Italia, è perché, pur fornendo effetti molto simili al crystal, ha un costo molto più abbordabile. Nonostante dal 2011 sia stata inserita nella tabella ministeriale italiana delle sostanze stupefacenti illecite, molte persone continuano a trovarla nel dark web.
Perché l’MDPV è così pericolosa?
La quantità di MDPV di una singola dose è molto bassa, circa 10 mg. La polvere può essere sniffata o ingerita, ma viene più frequentemente fumata utilizzando una sorta di “bong” artigianale fatto con una bottiglietta di plastica. Questa modalità di assunzione viene preferita per la velocità in cui la “botta” sale e si raggiungono gli effetti psicotropi.
Dopo pochissimo tempo però il desiderio di assumere ancora PV diventa sempre più forte (ovvero il craving). L’utilizzatorə a questo punto la assume ad intervalli di tempo sempre più brevi. Quello che succede non è un potenziamento dell’effetto “piacevole” della sostanza, ma la comparsa di gravi effetti collaterali come psicosi, mania di persecuzione, allucinazioni, schizofrenia transitoria fino a convulsioni.
Inoltre, una volta finita la fase acuta, il down potrebbe durare parecchi giorni.
Già dopo pochi utilizzi il rischio di dipendenza e di desiderio di ricominciare a “farsi” è molto molto alto.
Nella mia esperienza di operatore in un centro community-based per la salute sessuale, mi è capitato più volte di ascoltare testimonianze di esperienze angoscianti dovute a questa sostanza.
Un ragazzo, per esempio, mi ha riportato che, durante una lunga sessione durata 3 giorni con il PV, ad un certo punto era terrorizzato dal fatto di essere spiato. La mania di persecuzione era così forte da portarlo a smontare vari mobili di casa poiché era certo che ci fossero delle microspie. Questa è solo una delle tante storie che mi hanno inquietato nei confronti dell’MDPV.
Quanto l’uso di MDPV e di sostanze da Chemsex può diventare pericoloso e trasformarsi in un’esperienza orribile? Che cosa possiamo fare?
Ci sono due livelli di intervento.
Sarebbe sempre meglio utilizzare sostanze stupefacenti in compagnia di una persona fidata. Nell’immediato, in caso di “bad trip” o overdose, è fondamentale non lasciare sola la persona, poiché si potrebbe fare seriamente del male. Se le psicosi e il delirio si acutizzano, invece che svanire, è necessario chiamare i soccorsi.
La persona potrebbe essere in pericolo di vita, i rimedi fai da te spesso non fanno che peggiorare la situazione.
Se invece ti stai accorgendo che l’uso di MDPV sta diventando sempre più ravvicinato, se stai avendo problemi con la tua rete sociale o con il lavoro, è molto probabile che tu abbia sviluppato una dipendenza. È fondamentale chiedere aiuto: la rete sociale, come amici o familiari, può fornire un primo livello di assistenza, ma non avrà gli strumenti per capire o per poterti aiutare.
I servizi che si occupano di chemsex sono ancora pochi e i servizi pubblici per le dipendenze (SERD) spesso non sono preparati a questo tipo di dipendenze.
A Milano esiste un gruppo psicoterapeutico a sostegno delle persone con dipendenza da chemsex dell’associazione ASA. Puoi contattarli anche se risiedi in un’altra regione, in modo che ti possano fornire un aiuto.
Credo che il fenomeno del chemsex e, soprattutto, l’uso di MDPV debbano essere considerati come osservati speciali all’interno della nostra comunità.
È fondamentale che troviamo degli spazi di studio e confronto su queste tematiche, senza giudizio, con l’obiettivo di ridurre i rischi dovuti al consumo e di creare dei servizi per le persone che possono aver sviluppato una dipendenza.
Per informazioni sul Chemsex
Immagine di cover: edit di una foto di jose pena da Unsplash
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