SE C’E’ UNA LEI TRA DUE GAY

Torna al cinema il tema dello strano triangolo. Ma la divertente e commovente commedia danese "Una lei tra di noi" osa un romanticissimo happy end in chiave pro-gay che susciterà qualche imbarazzo.

SE C’E’ UNA LEI TRA DUE GAY - Una lei tra di noi 03 - Gay.it
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“Jorgen, vuoi sposarmi?” chiede Jacob al fidanzato con cui vive da diversi anni. “Sì” risponde lui con sguardo sognante. Questo matrimonio s’ha da fare. E c’è da scommetterci un occhio della testa. Non è mera utopia, visto che ‘Una lei tra di noi’, commedia gayissima di Hella Joof distribuita in Italia da Keyfilms, è ambientato in Danimarca, dove il matrimonio è legale dal 1° ottobre 1989 (la prima storica coppia era composta da Axel e Eigil Axgil, 74 e 67 anni, noti attivisti danesi, sposatisi dopo 40 di convivenza!). I dettagli, per Jorgen, diventano poi solo routine: l’annuncio agli amici, la scelta del luogo della cerimonia, chi invitare e chi no. Peccato che la sera stessa Jacob, un po’ alticcio, si avvinghi all’amica Caroline e inizi con lei una relazione fatta di incontri furtivi e scappatelle in automobile. Neanche lei, tra l’altro, è sentimentalmente libera, visto che vive con Tom, fratello minore di Jorgen, che fa il pilota d’aerei e ha un figlio piccolo nato da una precedente relazione. Ma Jorgen scopre la tresca nel modo più banale, grazie a una foto dimenticata nella tasca dei pantaloni: sarà dramma. Tanto più che Caroline è incinta proprio di Jacob.

SE C’E’ UNA LEI TRA DUE GAY - foto Una lei tra di noi 01 - Gay.it

Non è affatto malvagia questa piccola commedia danese, agrodolce e bizzarra, che inizia in sordina con un umorismo lieve alla Woody Allen (“Fare un figlio è come provare un lunghissimo orgasmo… non ti piacerebbe averne uno?” “Di orgasmo?”), vira improvvisamente verso il melodramma con un tocco da pura black comedy e infine esplode in un finale iperromantico a briglia sciolte che ormai osano solo più a Hollywood (e con attrici come Julia Roberts). C’e’ chi storcerà il naso, ma gli happy end così smaccatamente progay sono talmente rari che forse è più rappacificante lasciarsi andare alla fantasia e tifare senza freni per i due protagonisti. In particolare per Jorgen, ironico e sentimentale, interpretato con grazia e una studiata varietà di sottotoni dal perfetto Troels Lyby, già Henrik l’insegnante nel geniale ‘Idioti’ del Dogmaestro compatriota Lars Von Trier. E il suo occhio destro che piange, ride e si commuove è una delle soluzioni più azzeccate del film.
La Joof, attrice danese qui al suo primo film da regista per il grande schermo, è sufficientemente scaltra nell’evitare le trappole del banale e, tra una dissolvenza rosa shocking e l’altra, tratteggia con cura e un’insolita modestia la storia di un tradimento a cui non ci si può opporre (come può un uomo rivaleggiare in amore con una donna?) alimentato dalle incertezze sessuali che minano sempre più l’equilibrio da pattinatori incerti di molte coppie contemporanee.

SE C’E’ UNA LEI TRA DUE GAY - Una lei tra di noi 02 - Gay.it

Più convenzionale è invece il quadro di contorno nelle infinite feste di compleanno, di Natale, d’anniversario, tra mille candele accese e le decorazioni biancorosse dei curati interni disegnati da stilosi architetti: figure caricatissime alla Ralf König del gay barista scheccante con fidanzato marinaio iperdotato, dell’etero donnaiolo catalizzatore di superoche, del dandy baffuto in età, della lesbica con in bocca pipa e battutaccia (“Sai che differenza c’è tra la birra e la passera?” “Che la passera non sempre sa di piscio”). Tra i geli del freddo nord pulsa però il cuore vibrante di una comunità gay comunque unita e organizzata, forte anche nell’opporsi alla solitudine causata dai drammi sentimentali. E se qualche anno fa, almeno al cinema, i dubbi sessuali colpivano soprattutto i maschi etero, sembra che ultimamente siano invece i gay a vedere nella bisessualità un’alternativa da prendere seriamente in considerazione. Delicata, venata di sottile acidità, ‘Una lei tra di noi’ è insolitamente pudica per essere una commedia danese dove di solito abbondano naturismo e generoso sesso in libertà. In patria è stato uno dei massimi successi di pubblico degli ultimi anni. Occhio a non perdervela, anche perché è uno dei pochi film ‘all gay’ della stagione.

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