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Aggressore di Udine chiede scusa. Ritirata la querela

Aveva urlato insulti omofobi verso l’assessore gay di Udine. Oggi ‘uomo ha scritto una lettera di scuse. “La mia aggressione stupida e immotivata”, ha scritto. Ritirata la querela nei suoi confronti.

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L’assessore comunale alla Mobilità di Udine, Enrico Pizza, ha ricevuto oggi una lettera di scuse da parte dell’autore dell’aggressione verbale omofobica di cui era stato vittima, il 6 febbraio scorso, mentre passeggiava nel centro del capoluogo friulano insieme con il suo compagno. Lo si è appreso oggi dallo stesso Pizza, che anche su consiglio del legale al quale si era affidato, l’avvocato Andrea Castiglione, ha deciso contestualmente di ritirare la denuncia-querela nei confronti dell’aggressore.

"Intendo scusarmi – si legge nella lettera – per l’aggressione verbale che stupidamente ed immotivatamente ho posto in essere nei confronti suoi e della persona che l’accompagnava, e manifestarle il sincero pentimento per un gesto assolutamente inqualificabile". Nei giorni successivi alla denuncia sporta da Pizza, già promotore dell’Arcigay locale, erano comparse scritte sui muri contro di lui e il sindaco di Udine, Furio Honsell, che avevano destato un moto di sdegno tra i politici friulani, con numerosi interventi di solidarietà, tra cui quello del presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo.

«Desidero ringraziare in particolare la Digos di Udine – ha detto Pizza – che in pochi giorni è riuscita a identificare il responsabile. Invito tutte le persone omosessuali a denunciare ogni singolo sopruso – ha aggiunto – contando sulla professionalità e sensibilità delle forze dell’ordine. È stata la denuncia a portare l’autore di quegli atti a un percorso di riflessione e pentimento – ha concluso – che ho deciso di accettare, chiudendo la vicenda senza alcun risarcimento economico». «Sarebbe importante che ci fosse qualche elemento normativo più specifico con riferimento all’odio omofobico – ha commentato l’avvocato Castiglione – posto che nella gran parte dei casi, la difficoltà giuridica è farsi riconoscere l’aggravante, sebbene questa sia prevista dalla legge».

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