Non fatevi ingannare dalla freschezza ipnotica della produzione, perché la storia raccontata in Diverso, il nuovo singolo di AJ Summers fuori dallo scorso 15 marzo su tutte le piattaforme digitali per 4AM Music, di leggero ha ben poco. Al contrario, è il risultato di anni complicati in cui tutte le certezze sono andate in frantumi al punto che il 30enne originario di Pistoia – ma da diversi anni residente a Los Angeles – canta parole piuttosto dure in cui, purtroppo, molti giovani possono ritrovarsi. Diverso è però anche un punto di ripartenza per l’artista (vero nome Alberto Slitti) che nel 2015 ha preso parte al talent The Voice of Italy. Si tratta infatti del primo singolo in cui, almeno per metà, ha scritto in italiano. Direttamente dall’assolata California AJ Summers ha raccontato a Gay.it questo nuovo, importante tassello del proprio percorso artistico.
Diverso, ma da chi?
Da quel che ero prima della pandemia. Il 2020 mi ha segnato nel profondo, dal momento che ha fortemente rallentato un progetto musicale molto importante a cui tenevo e per il quale mi sono trasferito negli Stati Uniti. Ho passato un lungo periodo di conflitto interiore che vivo ancora adesso. Mi sono trasformato in una versione di me molto più sensibile, pensierosa e dubitante. Ma sono diventato anche meno ingenuo, più attento ai dettagli e più in connessione con me stesso, visto che ho trascorso molto tempo da solo con i miei pensieri.
Nel brano dici di non sentire più niente e di essere “perso nell’universo”: di cosa sono figlie queste sensazioni?
A causa del drastico cambiamento interiore che ho affrontato sento che il mondo ha perso un po’ la magia che aveva un tempo, la speranza e l’entusiasmo per le piccole cose. Ora trovo tutto molto tortuoso, più confuso. Per questo mi sembra di non sentire più niente a volte, e mi vedo perso nell’universo, distaccato da molte sensazioni che prima facevano parte della mia quotidianità. Forse questo fa semplicemente parte della crescita dell’essere umano, che ogni giorno, sempre di più, si lascia alle spalle il bambino che è stato.
Il brano è uptempo ma il testo è tutt’altro che allegro. Come mai questo contrasto?
Perché la musica è uno dei luoghi in cui adoro rifugiarmi quando necessito di carica ed energia, e per istinto la mia mente si trova a proprio agio durante l’ascolto di un brano con una base più uptempo, anche se il messaggio che comunico è tutt’altro che “up”. I toni pop nostalgici della base di ‘Diverso’ vanno a toccare perfettamente le sensazioni che provo, quindi ammetto di essermi sentito bene in questo contrasto.
Che cosa ti ha convinto a scrivere in italiano?
L’ultima volta che sono tornato in Italia, a settembre 2023, ho vissuto momenti magici. Percepisco emozioni nuove anche in situazioni e contesti a me familiari. La mia casa e la mia terra mi hanno ispirato ad aprire un nuovo capitolo creativo, e ho voluto provare a scrivere le mie sensazioni in italiano. ‘Diverso’ è stato il primo ritornello che ho scritto dopo il viaggio, e non so perché mi è rimasto sempre in testa anche dopo settimane. Qualcosa mi diceva che sarebbe dovuto diventare il primo singolo di questo nuovo capitolo.
Com’è cambiata la tua vita da quando sei in America?
È cambiata tanto la mia visione del mondo e della vita in generale. Ormai sono quasi 7 anni che abito qui. Ho assorbito molto del contesto e della cultura americana. Sicuramente sono cambiate le mie abitudini. Ora faccio molto hiking nel tempo libero e cammino tanto in collina, cosa che in Italia non facevo mai. La verità è che anche qui adesso mi sento a casa.
In America hai trovato anche l’amore…
Ho trovato tanti tipi di amore in America. Quello per la musica che è cresciuto sempre di più, anche per le innumerevoli esperienze nel settore che ho vissuto negli ultimi anni, l’amore per me stesso e quello per un ragazzo americano speciale con cui ho condiviso molti momenti duri che, senza la sua presenza, sarebbe stato davvero difficile affrontare da solo.
Come vedi, da Los Angeles, la situazione italiana in materia di diritti civili?
C’è molta più libertà di essere se stessi soprattutto per noi membri della comunità LGBTQIA+. Una libertà alla quale non ero abituato in Italia. È sempre stato un dispiacere per me vedere il mio Paese indietro su un argomento così importante per tantissime persone, e spero davvero tanto che presto qualcosa cambi per il meglio.
Che cosa ti manca dell’Italia?
La famiglia, gli amici, il cibo, la simpatia e l’ironia degli Italiani, la vivacità delle persone. Però lo devo dire: quando sono in Italia ci sono anche molte cose dell’America che mi mancano.
Hai vissuto in Australia, ora a Los Angeles: se dovessi fare la valigia domani quale sarebbe la prossima meta?
Lascio che sia la vita a indicarmi dove andare. Ho seguito sempre il mio istinto. Al momento non vorrei trasferirmi perché, seppur eccitante, è un processo che comporta cambiamenti molto forti che forse non sarei pronto ad affrontare ora, proprio per quello che sto passando interiormente. A dire il vero in viaggio ci sono anche adesso, nel viaggio interiore che sto affrontando, con la valigia carica di pensieri e non di vestiti.
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