Morta l’attrice transgender Alexis Arquette: “Ci ha insegnato la tolleranza e l’accettazione”

Si spegne dopo una lunga malattia l’artista poliedrica e attivista LGBT che recitò in Grief, The Wedding Singer e Pulp Fiction.

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Ha vissuto due vite ma entrambi brevi: a soli 47 anni, ieri mattina alle 12.32, è mancata l’attrice transgender Alexis Arquette. Ha dato la notizia il fratello Richmond con un post su Facebook: “Era circondata da tutti i suoi fratelli e sorelle, da una delle sue nipoti e da altre persone care. Stavamo ascoltando musica con lei, quando durante le note di Starman di David Bowie ci ha lasciati”.

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“Come per gli altri suoi desideri – continua Richmond – l’abbiamo amata e sostenuta nel momento in cui ha scelto di fare la transizione. È vissuta e morta come ha voluto. Lei ci ha insegnato la tolleranza e l’accettazione. Ci ha insegnato il coraggio di vivere la propria identità di donna transgender liberamente. È così che abbiamo scoperto la verità, che l’amore è tutto”.

Non è stata comunicata la causa della morte ma il sito TMZ sostiene che ‘combattesse da tempo con una malattia’.

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Nata Robert nel 1969, esordì precocemente nel mondo dello show business: a soli dodici anni apparve nel video She’s a Beauty dei Tubes. Il primo ruolo cinematografico importante arrivò a vent’anni quando incarnò il travestito sensitivo Georgette malmenato dal fratello violento in Ultima fermata Brooklyn. Nel 1993 interpretò Bill nel notevole Grief di Richard Glatzer che vinse il cinefestival torinese Da Sodoma a Hollywood. L’anno seguente ottenne una piccola parte in Pulp Fiction: accreditato come il ‘quarto uomo’, è il giovane che sbuca da una porticina e scarica mezzo scaricatore su Jules e Vincent (Samuel L. Jackson e John Travolta) ma i due restano illesi e lo sterminano subito dopo.

Tra i ruoli più importanti ricordiamo Damien, un simil Marilyn Manson darkeggiante e tatuato nell’horror La sposa di Chucky. Nella commedia musicale The Wedding Singer prende il posto del ‘cantante di matrimoni’ Adam Sandler impersonando Boy George che canta Do you really want to hurt me? Il vero Boy George, non appena saputo del decesso, ha twittato: “Riposa in pace sorella Alexis. Un altro luminoso raggio di luce si è spento troppo presto”.

Nel 2006 inizia la tanto sospirata transizione, raccontata nel doc Alexis Arquette: She’s my Brother di Randy Barbato girato nell’anno successivo. Aveva sempre manifestato la volontà di essere considerata come transgender a tutti gli effetti, tra i due generi, né uomo né donna.

Vissuta in una famiglia di artisti – David, Rosanna e Patricia sono i più noti: quest’ultima ha vinto l’anno scorso l’Oscar come miglior attrice non protagonista per Boyhood – si è espressa anche come pittrice ed è stata una grande attivista LGBT.

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