Se ne parla da giorni e ormai parrebbe cosa fatta. Amadeus, reuccio di Rai1 che ogni sera sbanca l’access prime time con Affari Tuoi, ultimo conduttore e direttore artistico degli ultimi 5 trionfali Festival di Sanremo, l’uomo dei Capodanno da record e il principe dei Soliti Ignoti, è pronto a firmare un ricco contratto con Nove, replicando quanto fatto un anno fa da Fabio Fazio. Ciò che sembrava impensabile si è concretizzato. Il governo Meloni, dichiaratamente e orgogliosamente sovranista, sta distruggendo il servizio pubblico, pezzo dopo pezzo, piazzando, cacciando, imponendo, ridicolizzando.
Secondo quanto riportato questa mattina dal Corriere della Sera, Amadeus avrebbe deciso di rompere con l’azienda pubblica perché stanco delle continue pressioni, delle costanti (e umilianti) richieste.
61 anni, il conduttore voleva semplicemente autonomia e libertà, ma non ha ricevuto nè l’una nè l’altra. Anzi. Mentre costruiva il suo 5° e ultimo Festival, “Ama” sarebbe stato assediato. C’è chi avrebbe chiesto il ritorno di Povia (vicino alla Lega) in gara, chi avrebbe voluto un posticino per Hoara Borselli (area Fratelli d’Italia) in qualità di ospite e/o co-conduttrice all’Ariston, chi avrebbe provato ad affiancargli Mogol (area FdI) nel ruolo di direttore artistico. Amadeus ha resistito a tutto e tutti, rimbalzando ogni richiesta. Non contenti, gli avrebbero proposto persino un pranzo «di cortesia» con Pino Insegno, fresco di flop su Rai2 con Il Mercante in Fiera e tornato in Rai con l’etichetta di «raccomandato» dalla presidente del consiglio Meloni, sua grande amica.
Lo strappo è quindi diventato realtà. Amadeus, che solo due settimane fa ha accolto la prima storica coppia gay ad Affari Tuoi, ha deciso di lasciare la Rai per planare su Nove, dove avrebbe totale libertà e andrebbe ad affiancare due pezzi da novanta come Maurizio Crozza e Fabio Fazio.
Lo stesso Fiorello, storico amico di Amadeus, ha questa mattina certificato il tutto durante Viva Rai2. “Amadeus lascia la Rai e va al Nove. No, non scherzo. Io? Nessuno mi ha offerto niente e se mi offrono, sono blindato da un contratto con il mio divano. Dopo Viva Rai 2 sono fermo, nulla”.
La prossima settimana il direttore generale Rai Giampaolo Rossi e Amadeus si incontreranno per un’ultima volta, dopo l’incontro poco fruttuoso tra il conduttore e l’ad Roberto Sergio. RaiPubblicità, che grazie ai programmi di Amadeus raccoglierebbe qualcosa come 100 milioni di euro l’anno, perderebbe un’altra colonna portante, dopo il rumoroso saluto di Fazio. Nella Rai a trazione meloniana parrebbero essere incredibilmente convinti che se non ti allinei alle richieste di chi ora comanda puoi anche fare i bagagli e andartene. Eppure gli ultimi nove mesi sono stati l’esempio perfetto di come simile strategia sia semplicemente suicida. Fabio Fazio su Nove macina ascolti record, ogni domenica, mentre chi doveva sostituirlo su Rai3, ovvero Nunzia De Girolamo, ha miseramente floppato con chiusura anticipata del programma (Avanti Popolo). Una terza rete che è stata lentamente disossata, con conduttori considerati “scomodi” gentilmente accompagnati alla porta, ascolti in picchiata e “amici di amici” forzatamente promossi.
Amadeus non andrebbe via dalla Rai per motivi economici, bensì per la libertà perduta. Più che uno schiaffo, un allarme che dovrebbe suscitare sdegno in tutto il Paese, perché il servizio pubblico è di tuttə noi. TeleMeloni come TeleUngheria.
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