Povia sarà a Sanremo 2024. Le tappe di avvicinamento sono iniziate, con le recenti dichiarazioni del cantautore che nel 2009 cantò “Luca era gay”.
Povia ha detto pochi giorni fa di essere un cantautore che si occupa di tematiche sociali. “Non metto d’accordo tutti e la musica va in un’unica direzione, ovvero le canzoni d’amore” ha detto Povia. L’uomo che durante il dibattito per la non-approvazione del Ddl Zan si chiese “Sto scrivendo un brano dal titolo Non esiste Omofobia, con il DDL Zan potrò cantarlo?” è oggi in perfetta sintonia con la Rai di Meloni.
Quella Rai che ha già manipolato le sceneggiature di Un Posto al Sole (sia sulla gestazione per altri, sia sulla cancel culture). La Rai che ha normalizzato “Ballando con le stelle”. La Rai che cancella Fedez. La Rai che vuole cancellare contenuti LGBTIQ+ per ragazzi. La Rai che certamente non replicherà il drag show “Non sono una signora”.
Così Giuseppe Povia, 51 anni, nato a Milano nel settembre 1972, con incedere da vittima lagnosa, si è candidato alla prossima edizione di Sanremo 2024, l’ultima di Amadeus, chiamato – dopo i suoi tanti Sanremo aperti alla multiculturalità, qui intervista – a confezionare un’edizione del Festival degna della restaurazione conformista della destra reazionaria targata Meloni.
“Dopo 15 anni sarei pronto per tornare a Sanremo, ma la domanda è sempre la stessa: non sappiamo se il Festival è pronto per me e per le tematiche che canto” ha detto Povia al programma di Rai Radio1 “Igorà – Tutti in piazza” di Francesco Pionati.
Già nello scorso decennio Povia anticipò Vannacci. La tecnica è la stessa: presentarsi come l’uomo che dice quello che tutti pensano, ma che non dicono. Il guru che fa luce su quel sentimento del non ne posso più di questi. Un miscuglio di populismo da bar e spinte reazionarie, per riportare l’ordine tradizionale, e ricacciare ciascuna individualità negli incubi dei propri vissuti. Tutti questi mahmood, questi blanchi fluidi e mengoni con le bandiere, tutte queste diversità vanno ricondotte alla loro giusta casella: sono anormali, contro natura, come dice Vannacci. Il diritto all’odio va rivendicato, ora anche con le canzonette, chiaro?
Povia aggiunge: “Non sprecherei mai un Sanremo se non avessi niente da dire”. E di cose ne ha da dire, Povia. Nessuno dimenticherà quella pietra miliare della storia della canzone italiana in cui i bambini fanno oh per scaldare i cuori. E la perla del 2009, la canzone “Luca era gay“. Storia di un ragazzo che era gay e ora non lo è più. Luca era gay, secondo Povia, perché sua madre era asfissiante, e perché suo padre assente. Genitori che si separano, padre che inizia a bere. Drammi che secondo Povia hanno indotto Luca ad abbracciare l’omosessualità. Ma oggi Luca è tornato “normale”. Luca era gay, ma ora sta con lei. Parla con il cuore in mano e dice che ora è un altro uomo. Chiaro?
Finalmente Sanremo potrà nuovamente dare spazio a quest’uomo che raccontò la storia di una persona che era diventata gay perché padre e madre si stavano separando. L’artista che raccontò ai posteri quanto gli piaccia pulire casa e come si senta un gay mancato. Perché è noto che a tutti i gay piace pulire casa, no?
Intanto il cantautore, che sui propri social parla di attacchi di panico e depressione, ha annunciato un nuovo disco, un nuovo libro e un podcast. Povia ha fondato anche un marchio di abbigliamento dal nome “GiuseOh”. Ecco cosa scrive a proposito di salute mentale:
Sentirmi insicuro con tante paure, l’amore, il sesso, il lavoro, la paura di sbagliare le decisioni, la vita, che farò, non lo faccio, lo faccio, non lo dico, lo dico.. mi ha sempre mandato in panico. Poi so che in qualche posto dentro me, la forza di fare analisi e trovare equilibri o soluzioni c’è.. ma non sempre la cerco. A volte scelgo di chiudermi in me stesso, è un altro modo per riflettere e riordinare le idee. A breve partirà il mio nuovo Podcast sui miei canali social.
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