LONDRA – Freddie Mercury avrebbe compiuto 60 anni domani, 5 settembre, se l’Aids non lo avesse sottratto al mondo nel novembre di 15 anni fa. Al Dominion Theatre, dove da anni è in cartellone il musical con le canzoni dei Queen “We will rock you”, i suoi colleghi della band Brian May e Roger Taylor saranno presenti allo spettacolo di beneficenza in suo ricordo al quale dovrebbero presenziare anche la mamma e la sorella dell’artista. Il suo vero nome era Farrokh Bulgara, nato da genitori persiani a Stone Town il 5 settembre 1946, cresciuto in India e approdato in Inghilterra a metà degli anni ’60. Mentre la Gran Bretagna ricorda lo straordinario leader di una delle sue rock band più famose un mullah islamico dell’isola di Zanzibar non ha niente di meglio da fare se non chiedere al governo di intervenire e bloccare le commemorazioni sull’isola.
Il capo dell’Associazione per la mobilitazione e propagazione islamica (Uamsho) ha scritto una lettera al ministro della cultura nella quale afferma che per via del «suo stile di vita» il cantante avrebbe disonorato l’isola e che «l’associare Mercury con Zanzibar degrada la nostra isola come luogo dell’Islam». Abdallah Said Ali, leader della Uamsho, ha anche aggiunto: «Abbiamo l’obbligo religioso di proteggere la moralità della nostra società e tutti coloro che corrompono la morale dell’Islam dovrebbero essere fermati.» Non si sa se e come il ministro della cultura abbia risposto a tali affermazioni. Si sa invece che l’isola, che fa parte della Tanzania, nonostante sia meta di turismo gay proveniente dal Sud Africa ha brutta fama per le sue leggi smaccatamente omofobe. Non più di due anni fa il parlamento ha approvato una legge secondo cui gli uomini che vengono condannati per avere avuto rapporti sessuali gay possono finire in prigione fino a 25 anni, come per un omicidio. Le pene per il sesso lesbico invece arrivano “solo” fino a sette anni.
(Roberto Taddeucci)
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