Dopo tutta una serie di timide e presunte aperture, vedi la benedizione lampo per le coppie gay e per le persone trans ufficializzata a fine 2023, Papa Francesco è tornato a tuonare contro le cosiddette “teorie gender“.
In udienza con il Corpo Diplomatico per la presentazione degli auguri di inizio anno, il Pontefice ha parlato di “rispetto dei diritti umani“, intesi come “principi razionalmente evidenti e comunemente accettati“, per poi aggiungere.
“Purtroppo, i tentativi compiuti negli ultimi decenni di introdurre nuovi diritti, non pienamente consistenti rispetto a quelli originalmente definiti e non sempre accettabili, hanno dato adito a colonizzazioni ideologiche, tra le quali ha un ruolo centrale la teoria del gender, che è pericolosissima perché cancella le differenze nella pretesa di rendere tutti uguali”. “Tali colonizzazioni ideologiche provocano ferite e divisioni tra gli Stati, anziché favorire l’edificazione della pace”.
Successivamente Bergoglio ha attaccato la gestazione per altri, che il governo Meloni punta a tramutare in reato universale, a meno che tu non sia eterosessuale, miliardario e di destra come Elon Musk.
“La via della pace esige il rispetto della vita, di ogni vita umana, a partire da quella del nascituro nel grembo della madre, che non può essere soppressa, né diventare oggetto di mercimonio”, ha puntualizzato Papa Francesco, che ha poi definito “deprecabile la pratica della cosiddetta maternità surrogata, che lede gravemente la dignità della donna e del figlio. Essa è fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre”. “Un bambino è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto. Auspico, pertanto, un impegno della Comunità internazionale per proibire a livello universale tale pratica. In ogni momento della sua esistenza, la vita umana dev’essere preservata e tutelata, mentre constato con rammarico, specialmente in Occidente, il persistente diffondersi di una cultura della morte, che, in nome di una finta pietà, scarta bambini, anziani e malati”.
Parole che confermano quanto seminato nel corso degli ultimi 11 anni di ponteficato, perché checché se ne dica tra una flebile e presunta apertura buttata in pasto alle prime pagine dei quotidiani, Francesco resta ancorato ai dogmi della Chiesa di Roma. Tutte le sue dichiarazioni, in tal senso, non mentono.
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