Dopo le polemiche alimentate dal centrodestra, lo stop del Governo.
Il ministero dell’Istruzione ha ufficialmente bloccato la diffusione nelle scuole dell’Umbria di un test sul bullismo omofobico, che nei giorni scorsi aveva creato tanto clamore. Lo stop è arrivato direttamente dal ministro Marco Bussetti, dalle pagine del Corriere dell’Umbria.
“Ho parlato con l’Ufficio scolastico regionale e i questionari sono fermi. Li abbiamo bloccati. Abbiamo chiesto di rivederne la formulazione e di cambiare le modalità di realizzazione del progetto. Che non ci risulta abbia avuto accoglienza positiva. Anzi, stando ai numeri, le scuole lo hanno rifiutato”. “E, a quanto risulta dalla relazione che abbiamo richiesto all’ Ufficio scolastico regionale, le domande non sono state condivise neanche con loro. Abbiamo scoperto un dato significativo: più della metà delle scuole che sono state contattate per partecipare alla ricerca ha deciso di non aderire. Penso che non sia un caso”. “La scuola deve assolutamente educare al rispetto dell’ altro”. “E’ questo uno dei suoi compiti fondamentali. Ma vanno evitati atteggiamenti ideologici e iniziative calate dall’ alto o non condivise. Perché non fanno bene ai ragazzi e creano strappi nel tessuto scolastico”.
Eppure la ricerca scientifica, studiata e condotta dall’Università di Perugia e in particolare dal Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione, grazie al prezioso impegno del Prof. Federico Batini, era stata presentata come uno strumento importantissimo per analizzare il fenomeno del bullismo omofobico e della sua correlazione con altri tipi di discriminazione, come il razzismo e il sessismo, all’interno delle scuole della Regione. Immediata la replica di Batini, responsabile scientifico del progetto per l’Università di Perugia, tramite Ansa.
“Il nostro unico interesse è che la ricerca riesca e coinvolga il maggior numero di ragazzi possibile. Per questo siamo disponibili a incontrarci di nuovo con Regione, Ufficio scolastico regionale e tutti i soggetti interessati per confrontarci su come procedere. Purché non si tocchi la parte della ricerca che riguarda il bullismo omofobico”.
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