Platinette, “non si fa più un film senza gay o travestite, no a GPA e stepchild adoption”

Mauro Coruzzi a tutto campo su La Verità tra unioni civili, pride, stepchild, gpa e matrimoni gay. A Platinette non va bene nulla.

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2 min. di lettura

Intervistato da Maurizio Caverzan per La Verità, Mauro Coruzzi, in arte Platinette, è tornato a lanciare le sue bombe nei confronti della comunità LGBT.

In onda radiofonica su RTL 102.5 con Password, programma che conduce con Nicoletta De Ponti, Coruzzi è stato come al suo solito gratuitamente e fastidiosamente provocatorio.

Trovo che la lamentela continua delle associazioni Lgbt abbia poca ragione d’essere. Non si fa un film o un talent o un reality show senza una travestita o due omosex che litigano. Un’overdose. Un nuovo conformismo. Cristiano Malgioglio io so che è un grande autore, ma non sono sicuro che il pubblico colga. Nel pomeriggio di Rai1 Pierluigi Diaco conduce un programma sui buoni sentimenti, con la posta del cuore. Sembra di essere nel dopoguerra. Se la mia è una critica di costume? Non solo. In Italia se non sei famiglia, compresa quella omosessuale, non sei niente. Non ce l’ho con chi si unisce civilmente, il rapporto codificato dalle leggi mi fa piacere. Ma così si uccide la singolarità, io sono famiglia di me stesso. Se esco con certi amici tradizionali o anche omosex mi annoio a morte. Parlano di figli, di carriere a Londra, portano una cena normale come prova di solidità del rapporto: “Era caldo, non sapevamo che fare, abbiamo tagliato un melone e cenato alle otto di sera”. Sì, e alle otto e dieci?

Concetti che si sono fatti ancor più specifici, quando il giornalista de La Verità ha chiesto un’opinione sul Pride, che a suo dire “godrebbe di una stampa migliore rispetto a quella del Family Day“.

Ammazza! Non c’è dubbio. Se dissenti sul Gay pride non hai cittadinanza. Eppure le conquiste sono state fatte, ci si può un po’ prendere in giro. Volevo affittare una decappottabile per sfilare come Lana Turner. Mi hanno detto di no perché l’auto inquina. Capisce? Ho ripiegato su un risciò, che è costato quasi più della decappottabile.

Peccato che il Pride sia una festa inclusiva, per tutti, dove si chiedono semplicemente uguali diritti, mentre il Family Day tenda ad escludere chi non è conforme a ciò che loro considerano ‘norma’, omosessuali in primis, alimentando odio e discriminazione nei nostri confronti. Coruzzi, in una scala di valore da 1 a 10, ha poi valutato il proprio eventuale impegno nei confronti di alcune battaglie LGBT. Matrimoni gay? «Quattro. Come i figli di Lorella Cuccarini…». Stepchild adoption? «Zero, senza incertezze. Tiziano Ferro se ne faccia una ragione». Utero in affitto? «Sottozero. È una forma orribile di sfruttamento delle donne. Ti presto il mio forno per cuocere le tigelle e poi le mangi tu. Dopo l’approvazione della legge Codice rosso per la violenza sulle donne voluta da Giulia Bongiorno non ho visto né sentito esultare le organizzazioni Lgbt: solo perché Bongiorno appartiene a uno schieramento diverso?». Sulla triptorelina, farmaco che rallenta la pubertà per chi avverte disforia di genere? «Zero anche qui. Ci fosse un ormone che ci permettesse di stare in bilico tutta la vita, quello servirebbe». Sulle unioni civili?

Non mi convince il matrimonio come mutuo soccorso. L’assistenza, la successione, la reversibilità erano possibili anche prima, bastava andare dal notaio con 100 euro. Non m’interessano la metà del cielo e quelle cose lì. Anche Maria di Nazareth era sola… Nasciamo singolarmente, ma non si fa mai una legge per l’individuo.

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bacibaci 12.9.19 - 12:06

1)Secondo me è una persona infelice, il che non è cmq una colpa ma rende tristi ed è anche un pò ignorante. 2)L'ignoranza si vede, tra l'altro, dal fatto che ha detto che bastavano 100 € dal notaio per avere assistenza successione etc. Questa cosa è falsa perchè col testamento non si poteva fare tutto, contrariamente a quanto dice Platinette e cmq non si capisce perchè alcuni cittadini possano lasciare l'eredità alla persona amata senza bisogno di andare dal notaio mentre altri, cioè i gay, dovevano andare dal notaio per ottenere lo stesso risultato, che poi non era proprio lo stesso. Questa è la colpa di Platinette, non avere cercato con sincerità e diligenza di conoscere la questione dei diritti dei gay e pretendere di sapere ciò che non sa.

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patrizioarnoneyahoocouk 12.9.19 - 10:57

Voleva essere l'unica country queen... - alla fine è la classica destroide frustrata

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