Si può dire che non ha quasi fatto a tempo a farsi conoscere dal grande pubblico, che Livio Beshir, il primo "signorino buonasera" della TV italiana è già al centro di una polemica.
Come ricorderete, a sollevare, addirittura davanti al Ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna la questione dell’esclusione dei maschietti dalle fila di chi ci annuncia i programmi della giornata, era stato lo scorso anno il 33enne Max Cordeddu. Adesso è proprio Cordeddu a sollevare la polemica contro l’italo egiziano Beshir.
In un’intervista rilasciat a Grazia, infatti, il giovane annunciatore ha dichiarato che il motivo per il quale lui, e non un altro è stato scelto per quel ruolo è che nella commissione esaminatrice di Rai Due qualcuno lo avrebbe in qualche modo favorito. "La mia fortuna – ha dichiarato Livio alla giornalista di Grazie che lo ha intervistato – è stata una persona della giuria che ora lavora a Rai Due e si è ricordata di me".
"Sono esterefatto dalle dichiarazioni di Beshir – ha commentato Cordeddu, che a quel posto teneva tanto e che ha condotto una lunga battaglia per ottenere l’apertura della Rai verso gli uomini -: la mia esclusione non è quindi una questione di curriculum, ma bensì di raccomandazioni all’interno del servizio pubblico televisivo. Non ho mai pensato di essere il migliore annunciatore in assoluto, esistono certamente persone piu’ preparate e con maggiori titoli di me, ma sapere di essere stato scippato del ruolo a cui ho tanto ambito e combattuto a causa di una mancata raccomandazione, mi spinge a continuare la battaglia per le pari opportunità, stavolta di accesso al lavoro e trasparenza nelle selezioni indetti dalla concessionaria pubblica radiotelevisiva, rivolgendomi nuovamente al Tar del Lazio. Interesserò della questione, con apposita istanza, anche il Ministro delle pari opportunità Mara Carfagna e la Commissione Parlamentare di Vigilanza RAI, chiederò di verificare se siano state rispettate tutte le leggi riguardo alla selezione per quel ruolo".
E questa volta Cordeddu si sente il portatore di una battaglia più ampia." Questa nuova battaglia non riguarda solo me – dice -, ma tutti i giovani italiani che hanno talento e titoli per lavorare in RAI, sia come annunciatori che in altri ruoli diversi da questo, ma a cui manca, purtroppo, la famosa raccomandazione".
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