Jair Bolsonaro, presidente del Brasile, negli ultimi giorni si è scagliato contro il turismo gay. In effetti, il Paese era una meta molto amata dai turisti LGBT, naturalmente prima dell’arrivo del presidente di estrema destra. La sua politica, che a nemmeno un anno dalla sua elezione sembra non riscuotere molto successo dai brasiliani, ha attaccato duramente i diritti conquistati, mettendo in seria difficoltà la comunità LGBT.
Commentando l’annullamento del gala al Museo Americano di Storia Naturale di New York, che lo vedeva come ospite d’onore, ha spiegato che se un turista, di qualsiasi nazionalità, venisse in Brasile e fare sesso con una donna, sarà sempre ben accetto. Ma guai se l’intenzione fosse quella di avere dei rapporti con un uomo. In quel caso, il turista non sarebbe il benvenuto.
Bolsonaro parla di paradiso del turismo gay
Il problema dell’omofobia in Brasile però è da sempre molto serio, secondo gli ultimi rapporti. Nonostante questo, la comunità LGBT del Paese è molto attiva in tutto il territorio, e non per niente il pride di San Paulo del 2009 è entrato nel Guinnes dei Primati come parata più grande di tutto il mondo, che aveva richiamato quattro milioni di persone.
A quanto pare, questo non piace a Jair Bolsonaro, il quale ha specificato:
Se vuoi venire qui e fare sesso con una donna, vieni pure per tutta la tua vita. Ma non possiamo lasciare che questo posto venga conosciuto come paradiso del turismo gay. Il Brasile non può essere un paese del mondo gay, del turismo gay. Abbiamo delle famiglie.
In risposta è intervenuto David Miranda, un attivista brasiliano LGBT. Al The Guardian, ha risposto al presidente criticando le azioni di Bolsonaro, in quanto non sarebbero quelle che ci si aspettano da “un capo di stato. Questa è una vergogna nazionale. Sta macchiando l’immagine del nostro paese in ogni modo immaginabile“.
Foto: FABIO MOTTA /ESTADAO
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