Non voglio mendicare approvazione,non voglio tagliare la sua anima e le sue convinzioni in due. Ma spesso mi chiedo se mio padre tenga davvero a me.Lui non sa che sono gay e continua a sorridere tranquillo quando mi parla.Ma il periodo del World Gay Pride ha segnato per me una grande svolta.Per la prima ho deciso di chiedere a mio padre che cosa ne pensasse veramente degli omosessuali.Sapevo che la sua mente non era abbastanza aperta e sapevo che se in quella sua mente c"era un briciolo di tolleranza non era certo per i gay o per le lesbiche.Ho trovato stupido metterlo alla prova ma dovevo farlo.E cosi" gli ho chiesto cosa ne pensasse di tutte quelle polemiche che giravano intorno alla manifestazione dell"Orgoglio Gay.La sua risposta è stata:"Per me i gay andrebbero nel forno crematorio"…Ok,sara" stato un modo di dire ma i suoi occhi erano convinti,le rughe profonde e ancora adesso sento quelle parole pesanti e il suo sguardo nella mia anima…Aiutami,adesso mi chiedo come faro" a dirgli tutto e se c"è veramente bisogno di farlo….
Carissimo,
immagino il tuo dolore ed il tuo sconforto nell"udire i commenti di tuo padre sugli omosessuali! Purtroppo è un commento molto comune che però spesso vanifica e si trasforma di fronte al proprio figlio omosessuale.
Tutti noi genitori siamo convinti che una simile "mostruosità" non possa albergare nella propria famiglia, siamo convinti che nostro figlio/a siano così puliti che non potranno mai cadere in simile "sconcezza" Perdona le parole troppo crude, ma è quello che noi genitori dell"AGEDO udiamo molto spesso: non farne una colpa a tuo padre, ma pensa che in fin dei conti anche noi siamo martellati costantemente dai pregiudizi; il papa ci dice che è "un disordine oggettivo", i giornali riportano frasacce e comportamenti scorretti dei nostri politici, i libri di testo nelle scuole non ne parlano, glissando sugli amori classici omosessuali, quasi tutti i vocabolari presentano l"omosessualità come qualcosa di negativo. Figli e genitori, siamo tutti nella stessa barca, coinvolti senza scampo dagli stereotipi… Veramente una soluzione c"è, ma il processo è lento: occorre tanta pazienza e buona volontà. Dipende da quanto si desidera essere finalmente liberi, indipendenti dai giudizi della gente, da quanto si tenga alla propria dignità, da quanto si tiene alla famiglia e al suo affetto.
Non perderti di coraggio, continua sulla spinta del World Pride, sostieni a testa alta il tuo modo di essere, diverso dal previsto (una volta si era tutti incasellati in una sola modalità di orientamento – l"eterosessualità – e chi usciva dagli schemi veniva additato ed emarginato. Realtà del resto riferibile non solo alla sessualità)
Fai lentamente capire a tuo padre CHI SEI. Se la relazione con lui è stata magari conflittuale, ma tutto sommato positiva, non ti caccerà e non ti disprezzerà. E se dovesse lottare prima di accoglierti, abbi pazienza. Fatti eventualmente aiutare da tua madre, di cui non parli: di solito le mamme sono più comprensive. E se sfortunatamente tua madre non c"è più, chiedi aiuto a qualche persona di vostra fiducia. Proporrò di pubblicare l"elenco dei vari AGEDO in Italia, in modo che tu possa avere eventualmente un appoggio da altri genitori che hanno già superato il momento critico, visto che non conosco la tua residenza e non saprei quindi come aiutarti direttamente.
Oltre alle ragioni personali per farti conoscere, non pensi che tutta la società cambierebbe più velocemente se tutte, dico TUTTE le persone omosessuali si dichiarassero, se tutti, dico tutti i genitori sapessero di avere un figlio o una figlia omosessuali? Sarebbe un esercito di persone che potrebbe premere politicamente e socialmente; purtroppo quasi tutti i genitori ignorano la vera identità dei propri figli e questo non è giusto sia a livello individuale che sociale. Un genitore alla fine "si ammorbidisce" anche di fronte alle altre persone omosessuali quando sa che anche il proprio figlio o la propria figlia lo sono. Funziona ancora il detto "mal comune mezzo gaudio", ma alla fine non sarà più un "mal comune", ma un normale modo di essere, tanto normale da non doverci più nemmeno far caso. Ma questo avverrà nel tempo.
Un caro saluto e molti auguri
Una mamma dell"AGEDO
di AGEDO
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