"Sì adorata non posso negare di avere nel mio cuore della brace ancora accesa per te – quel che si chiama affetto, e se si spegne sarà perché tu la soffochi con la presenza, senza dubbio appagante, ma per me un po’ troppo tangibile della Jones – della quale sono piuttosto gelosa, e per questo la abbrevio in Jones."
L’epistola datata 6 gennaio 1932 di Virginia Woolf è indirizzata a Vita Sackville-West: la donna che rubò il cuore alla scrittrice inglese.
La casa editrice torinese Einaudi pubblica: Falce di luna Lettere 1932-1935, riproponendo così le lettere complete di Virginia Woolf, dopo la pubblicazione dei quattro volumi delle Lettere avvenuta fra il 1980 e il 1985. Il sesto e ultimo volume uscirà il prossimo anno. Falce di luna raccoglie le epistole dal 1932 al 1935, anni in cui la vita mondana e letteraria della Woolf prosegue seppur senza la felicità degli anni precedenti. Virginia possedeva con il marito Leonard una piccola casa editrice la Hogarth Press, un impegno estenuante per la Woolf che cominciava ad avere screzi anche con i critici letterari. Era circondata da amici in un ambiente lettario molto creativo e illuminante, e con il gruppo di Bloomsbury seppe restare al centro della vita letteraria inglese per oltre trent’anni. Durante questi anni le sue amiche più intime, le uniche destinatarie del suo amore, furono Ethel Smyth, futura compositrice musicale e la scrittrice Vita Sackville-West.
Falce di luna non è un epistolario completo, avvertono i curatori Nigel Nicolson e Joanne Trautmann, come non lo può essere nessun epistolario. Ma dentro questo volume troviamo i misteri, le gioie, le tristezze della vita di Virginia Woolf.
Con Ethel Smyth ebbe una fitta corrispondenza e una frequentazione maggiore rispetto alla Sackville-West, ma è più che probabile che fu quest’ultima ad esercitare su lei un fascino irresistibile e un crescente amore. Ethel amò Virginia senza timori e quando nel 1934, le tributarono gli onori meritati e furono organizzate feste e rassegne delle sue opere musicali, Virginia era ancora al suo fianco, con nel cuore Vita Sackville-West.
I rapporti con gli uomini erano per la Woolf poveri di entusiasmo, mentre ritrovava nelle donne una maggiore tenerezza, abbandono e grande complicità. Non che non amasse il suo Leonard, ma l’inebriante piacere e il dominio affettivo era destinato alle donne che, come lei, sentivano con maggior enfasi il dolore e le gioie che la vita. La Woolf conobbe Vita Sackville-West il 14 dicembre 1922 e fu immediatamente attratta da quelle gambe esili e dal corpo slanciato; dallo sguardo incantato di Vita, ornato di perle e di sgargianti sorrisi, le labbra succulenti come una pesca e un raggio di brillanti e pietre preziose. Virginia ebbe una lunga relazione di amore con Vita, iniziata il 17 dicembre 1925 e durata per quindici anni. Con lei scoprì la sessualità, il pathos dell’abbandono totale in un piacere mai incontrato prima. Vita ricambiava a modo suo questa passione, ma non seppe resistere a nuovi incontri che lacerarono la liaison amorosa con Virginia.
Ma quel fuoco passionale tra le due donne trasformava i loro incontri in una esuberante luce. "Virginia, così bella e dorata, sdraiata su due sedie, irresistibile più che mai, sparito il brillio, rimasta la bambina". Provava timore verso Virginia ma si innamorava di ogni donna attraente, aveva un senso della solitudine che scatenava nella Woolf una ribellione e un disprezzo che cominciò a increpare la loro unione amorosa. I libri scritti da Vita erano per Virginia: "romanzi da servette imbambolate", ma quell’amore non era che sopito pronto a risvegliarsi in nuovi dialoghi e incontri. Quando Virginia decise, la prima volta, di dare un taglio a Vita le parlò di un cane immaginario in un doloroso apologo: "(…) L’altro giorno, entrando inaspettatamente nella stanza l’ho trovato che si asciugava una lacrima. (…) Mi sono seduta con lui, tenendogli le zampe nella mia mano. (…) Dì alla signora Nic che le voglio bene. Lei mi ha dimenticato. Ma le perdono e… muoio… con il cuore infranto!". Ma quell’amore era destinato a far sbocciare nuovamente il cuore, fino alle soglie della vera morte. Virginia affrontò la seconda guerra mondiale e il disprezzo verso il nazismo e il fascismo come un’avventura lacerante e aberrante con nel cuore la sua amata Vita.
Il 28 marzo 1941 il cadavere di Virginia Woolf venne ripescato nel fiume Ouse e nessuno seppe dare una ragione a quel suicidio. Leonard e Vita furono le due persone che soffrirono e un po’ morirono anche loro nelle acque increspate del fiume Ouse.
Virginia Woolf
Falce di luna (Lettere 1932-1935)
Einaudi, pp.605, Euro 25,00
di Mario Cirrito
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