Diodato: “Vi spiego perché non direi mai se fossi gay”

La storia con Levante, l'esperienza sanremese e il successo del brano portato in gara con l'amico di sempre Roy Paci. Fermi tutti: parla Diodato.

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All’ultimo Festival di Sanremo, Diodato ha conquistato tutti con la sua Adesso. E oggi, a distanza di un mese esatto dalla fortunata kermesse musicale condotta da Claudio Baglioni, il (quasi) trentasettenne Diodato si gode un periodo particolarmente felice della sua vita. Infatti, oltre a gongolare per l’ottimo successo in termini di vendite e passaggi radiofonici del brano presentato in coppia con l’amico Roy Paci, la nuova promessa della musica italiana sta per partire con il suo Adesso Club Tour che lo porterà da nord a sud per il bel Paese. Noi di Gayit l’abbiamo raggiunto tra una prova e l’altra e questo è tutto quello che ci ha raccontato sulla sua esperienza sanremese e sulla sua insolita visione della musica, ma guai a chiedergli di Levante.

Fa strano parlare con un giovane che riesce ad ottenere un ottimo risultato senza passare, però, dal mondo dei talent, non trovi?

Non direi. Oramai ci sono tanti esempi di nuovi artisti che hanno raggiunto un ottimo risultato senza passare da quel mondo lì. Io ho fatto un altro percorso e vengo dalla gavetta, quella vera. Quella vecchio stile fatta di concerti e piccole apparizioni.

Parlando così sembrerebbe che tu li stia demonizzando un po’, o sbaglio?

No, non li demonizzo affatto. È un mondo assai lontano da me e dal mio modo di concepire la musica, ma capisco perfettamente chi prova a partire da lì. Certo è che quel tipo di percorso può essere molto crudele se non si arriva già preparati e consapevoli di quello che potrebbe accadere dopo. 

E il fatto di non averne fatto parte è un limite per quanto riguarda promozione e passaggi radiofonici?

Negli ultimi anni sembrava essere proprio così, mentre ora vedo, sento e percepisco una sorta di ritorno al passato. La musica sta tornando finalmente ‘in mano’ al pubblico.

In che senso?

È come se un brano vivesse di vita propria, anche senza il supporto dei media. Non è il mio caso, visto che Adesso, il brano che ho portato a Sanremo, sembrerebbe essere uno dei più trasmessi dalle radio, ma anche la rete sta dando un sopporto importante alla musica. 

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Però permettimi di definire bizzarra la scelta di arrivare a Sanremo, con un bel brano, ma senza nessun album..

Fino a qualche tempo fa, avrei confermato la tua tesi, mentre ora, almeno nel mio caso, non è più così. Perché fare le cose per forza o farle troppo velocemente per poi portare un lavoro che, in quel preciso momento, non ti rappresenta a pieno? Raccontarsi così: singolo dopo singolo, è il modo più vero e immediato per condividere la propria verità. E a Sanremo, con Roy, ho portato il mio pensiero attuale.

Piuttosto, com’è nata la collaborazione con Roy Paci?

Roy è un amico, oltre che uno dei miei artisti preferiti. Ho avuto modo di collaborare nel suo studio, a Lecce, oltre che con la sua etichetta discografica. E quando ho pensato ad un tocco di classe da dare al mio brano, non ho pensato a nessun altro se non a lui.

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Qualche malalingua, durante la kermesse, si chiese perché a suonare la tromba hai dovuto scomodare Paci, quando sarebbe bastato uno qualsiasi dell’orchestra..

Evidentemente questa malalingua non capisce nulla di musica! Potrei dire qualsiasi cosa su Roy, ma la sua storia parla per lui.

Questo è stato il tuo secondo Festival. Con che spirito sei tornato a casa?

Sono ancora al settimo cielo. C’è stata una risposta da parte del pubblico, sera dopo sera, inimmaginabile. Adesso è un brano che arriva dritto al cuore, ma non al primo ascolto. 

Hai dichiarato: “Adesso rappresenta una volontà chiara di non voler commettere più gli stessi errori, di concentrarmi sul presente e di non dipendere troppo dai social”. Pensi ci si possa riuscire?

È difficile, ma ci si può provare. Penso che tutti dovremmo iniziare ad usare i social in un modo più sano. Sono bellissimi, utilissimi ed hanno una forza inarrestabile, ma dovremmo tutti fare un passo indietro per concentrarci maggiormente su quello che abbiamo davanti, e non su quello che potremmo avere dietro una tastiera. Il mio pezzo, però, non era un manifesto contro i social come alcuni hanno erroneamente pensato. Volevo invitare tutti a concentrarci di più sul presente, tutto lì.

Diodato: "Vi spiego perché non direi mai se fossi gay" - 10 sfera ebbasta levante antonio diodato - Gay.it

A proposito di presente, di te e della tua vita privata, in verità, non si sa molto se non della relazione con Levante, ma lei, stando a quanto ha dichiarato al settimanale Grazia, preferisce non parlarne. Perché tutto questo mistero dietro ad una bella storia d’amore?

Perché certe cose andrebbero vissute nella vita reale e non in quella mediatica, piuttosto che in quella ‘social’. Perché dover condividere sempre tutto? Si chiama vita privata e in quanto tale vorrei che tutto restasse così. Privato. Mio. Nostro. Con questo, naturalmente, non sto confermando nulla, se non che la penso esattamente come Levante.

Però si sa anche che gli artisti, di privato, hanno ben poco…

Ma ho già la fortuna di condividere tutto quello che sento, e provo, con la musica, che non vedo perché dovrei condividere anche altri aspetti della mia vita. Mettere sui social anche il mio privato, come fosse un lavoro, per avere chissà quale vantaggio, scusatemi ma non fa per me! 

Da come rispondi, sembrerebbe una domanda ricorrente questa della tua storia con Levante..

Eh già. Ma la domanda che poi mi faccio io è sempre la stessa: “Perché interessa davvero così tanto?”. 

Cambiamo pagina. In Cretino Che Sei, il tuo penultimo singolo, parli delle ricadute in amore. A quanto pare l’amore ha un gran posto nella tua vita, o sbaglio?

E spero che sia così per tutti! L’amore è il mio motore principale ed è forse anche per questo che non amo parlare del mio privato. Cantando spesso, se non sempre, le emozioni che provo rischierei di mettermi troppo a nudo. 

Diodato: "Vi spiego perché non direi mai se fossi gay" - Diodato e1512218539835 - Gay.it

Spesso si discute di artisti che non hanno il coraggio di ammettere la propria sessualità. Se tu fossi gay, ad esempio, lo diresti?

Molto probabilmente, no. Perché mettere il privato nella pubblica piazza? Questo non fa di me una persona poco sincera, ma bensì una persona che rispetta il suo privato. Se fossi gay mi vivrei la mia vita affettiva con le persone con cui ho il piacere di condividere tutto, e non necessariamente con il mondo intero.

Risposta che potrebbe esser fraintesa, lo sai sì?

Sbagliando, però. Io credo in tutti i diritti, anche in quelli ancora non realizzati nel nostro Paese. E credo che sia ancor più giusto manifestare e farsi sentire a più non posso, quando la società si gira dall’altra parte. Però, allo stesso tempo, ritengo anche che gli artisti dotati di un ‘megafono’ importante, debbano parlare e contribuire alla causa omosessuale a più non posso. Artista etero o gay, poco importa. 

A breve, invece, partirà il tuo tour in giro per l’Italia..

A brevissimo, direi. Non vedo l’ora. Sarà un tour nei club italiani e con qualche piccola tappa all’estero. Sarò accompagnato da una band meravigliosa e non vedo l’ora di condividere con chi avrà il piacere di ascoltarmi la mia musica. 

E poi sarai di nuovo impegnato con il concerto del 1 Maggio a Taranto. Strana come cosa per uno nato ad Aosta, no?

Io sono nato ad Aosta, ma poi ho vissuto come un nomade in giro per l’Italia. A Taranto, invece, ho vissuto per tantissimo tempo. Forse proprio lì ho vissuto i miei anni migliori.

È ancora così importante dedicare una giornata ai lavoratori?

Assolutamente sì e poi, quella manifestazione, ahimè porta avanti anche il problema Ilva. Quest’anno, online, sulla piattaforma web Musicraiser c’è un crowdfunding ed è tutto in mano alle persone che ci vogliono aiutare. 



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