Si è aperta il 31 agosto a Durban la conferenza ONU contro il razzismo, con la totale esclusione delle associazioni omosessuali voluta dal Vaticano e dai paesi islamici. A denunciarlo è l’Arcigay nazionale, che in una nota rivela che la principale organizzazione internazionale che difende i diritti degli omosessuali, l’International Lesbian and Gay Association (Ilga) aveva chiesto di poter inviare alcuni rappresentanti a Durban in qualità di osservatori. Tuttavia, durante una delle riunioni di preparazione della conferenza, tenutasi a Ginevra nei mesi scorsi, la Malaysia, a nome dei paesi islamici, aveva opposto alla richiesta dell’Ilga un netto rifiuto, sostenendo che lo spirito della conferenza era contrario ai principi portati avanti dagli omosessuali. Il 30 luglio, poi una votazione aveva definitivamente sancito l’esclusione dei gay e delle lesbiche, grazie all’opposizione di Vaticano, paesi islamici, Cina e Corea del Nord. «Siamo delusi – aveva commentato dopo il voto il Segretario generale dell’Ilga, Kursad Kahramanoglu – poiché il mondo ha perso un’occasione per adottare una dichiarazione esaustiva contro il razzismo e la discriminazione».
Secondo le Nazioni Unite invece l’esclusione dei rappresentanti del mondo omosessuale dipende dal fatto che il tema della Conferenza sarebbe soltanto il razzismo, e non qualsiasi forma di discriminazione. Nel giugno scorso, tuttavia, le associazioni gay erano state escluse anche dalla Conferenza sull’Aids di New York per il veto degli stessi Paesi che gli hanno chiuso le porte di Durban.
Il primo settembre e’ prevista una manifestazione di protesta, a Durban, contro la decisione delle Nazioni Unite di non ammettere alla Conferenza le organizzazioni degli omosessuali.
L’Arcigay ha chiesto ai rappresentanti italiani alla conferenza ONU «di portare a Durban lo spirito della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, che condanna le discriminazioni, compresa quella basata sull’orientamento sessuale».
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