Era il 1977, quando durante un’irruzione della polizia in un gay bar di Parigi, “Le Manhattan”, Michel Chomarat e altri furono arrestati in una flagrante dimostrazione di omofobia istituzionalizzata.
L’accusa? Oltraggio alla morale pubblica, un capo d’imputazione che all’epoca era spesso utilizzato per criminalizzare e perseguitare la comunità LGBTQIA+ in Francia.
Non fu un caso isolato, ma parte di una storia lunga e oscura di repressione legale contro gli omosessuali, che ha lasciato cicatrici profonde e inestinguibili nelle vite di migliaia di individui.
Questo e altri incidenti sono oggi al centro di un dibattito storico e giuridico: il Senato francese sta infatti valutando un disegno di legge che mira a risarcire le vittime delle leggi anti-gay in vigore tra il 1942 e il 1982.
La proposta legislativa, promossa dal senatore Hussein Bourgi del partito socialista, rappresenta un tentativo di riconoscimento e riparazione da parte dello Stato per il ruolo che esso ha avuto nella perpetrazione di queste ingiustizie.
Ma, come sottolineato da Chomarat, il disegno di legge arriva in un momento in cui molti di coloro che avrebbero diritto a questo risarcimento non sono più tra noi per vederne i frutti.
La persecuzione degli omosessuali in Francia
La storia della persecuzione degli omosessuali in Francia è una narrazione complessa, segnata da leggi discriminatorie e pratiche oppressive durate decenni e con radici profonde. Il periodo più buio, tuttavia, fu quello tra il 1942 e il 1982.
Durante questi lunghi quarant’anni, la Francia adottò e applicò due leggi particolarmente degne di nota. La prima stabiliva un’età del consenso significativamente più alta per le relazioni omosessuali rispetto a quelle eterosessuali.
La seconda considerava le relazioni omosessuali come un’aggravante in casi di “pubblica indignazione”, dando così alle autorità un ampio margine di discrezionalità per perseguitare gli individui LGBTQIA+.
L’attuazione si traduceva in arresti arbitrari, persecuzioni e pene severe. Uomini e donne venivano regolarmente sottoposti a umiliazioni pubbliche e privazioni dei loro diritti fondamentali.
Le conseguenze di queste azioni legali furono devastanti. Molte vittime subirono danni irreparabili alla loro reputazione, carriera e vita personale. In molti casi, le persone erano costrette a nascondere la loro identità per paura di ritorsioni legali e sociali.
Alcuni persero il lavoro, furono emarginati dalle loro comunità o furono costretti a lasciare le loro città. La paura e l’isolamento che ne risultavano erano spesso accompagnati da profonde cicatrici emotive e psicologiche.
I risarcimenti
Il disegno di legge, promosso dal senatore Hussein Bourgi del partito socialista, propone un risarcimento finanziario di 10.000 euro per ciascuna vittima di persecuzione. Questa iniziativa simbolica ha lo scopo di offrire una forma di riconoscimento ufficiale e compensazione per gli anni di sofferenza e discriminazione subiti.
La proposta include anche la creazione di una commissione indipendente incaricata di gestire e supervisionare il processo di risarcimento, con il compito di documentare e riconoscere formalmente le ingiustizie subite dalle vittime.
In tutta Europa, paesi come Germania, Austria, Spagna, Regno Unito e Scozia hanno intrapreso iniziative simili per risarcire e riabilitare coloro che sono stati perseguitati a causa del loro orientamento sessuale e affettivo, o della loro identità di genere.