Colpevoli di “essersi guardati a vicenda”: questa l’accusa con cui sono stati arrestati, in Indonesia, otto uomini sorpresi nel pieno di un party privato. L’operazione riaccende i riflettori sulla condizione degli omosessuali nel Paese, il più popoloso al mondo a maggioranza musulmana.
Gli otto uomini si trovavano in una stanza d’albergo a Surabaya, la seconda città più grande dell’Indonesia, insieme ad altri sei che invece sono stati rilasciati. Alle autorità era arrivata una segnalazione su presunte attività “sospette” che si stavano svolgendo nella camera. In realtà, quando hanno fatto irruzione, gli agenti si sarebbero trovati di fronte a un sex party, con i presenti impegnati in atti sessuali mentre guardavano un film porno gay.
Gli agenti hanno fatto irruzione nella camera intorno alla mezzanotte di domenica dopo essere stati informati di attività sospette. Sei di loro sono stati liberati, mentre otto sono stati formalmente incriminati. Il sesso gay non è un reato in Indonesia, ma i sospetti potrebbero rischiare da cinque a dieci anni di carcere se dichiarati colpevoli in base a una legge anti-pornografia che vieta di “guardarsi a vicenda”.
L’anno scorso, due uomini sono stati arrestati nella provincia del North Sulawesi dopo che uno di loro ha pubblicato delle foto su Facebook che li ritraevano mentre si baciavano sul letto. L’ostilità verso i gay è aumentata in Indonesia: il governo ha cercato di bloccare le app gay-friendly che promuovono “devianza sessuale” e ha chiesto ai social network come Line e Twitter di rimuovere e emoji raffiguranti coppie dello stesso sesso per il mercato indonesiano.