Carnet de notes, stesso titolo di uno spettacolo di oltre cinquanta anni fa del suo Teatro dei Gobbi, a significare quanto ininterrotta sia, dal dopoguerra ad oggi, la vicenda artistica di questa magnifica attrice e forse ancor più abile autrice, profonda proprio mentre appare così leggera. Difficile resistere all’istinto di un tributo a voce spiegata ogni volta che si congeda dal pubblico al termine della rappresentazione, dopo aver stupito chi l’ha vista muoversi in scena e aggirare tutti gli impedimenti dell’età col mestiere e con una grazia inusitata.
Se la forza dell’attrice è inscindibile dal talento della scrittrice, sta a lei ricordarci la grande passione per l’Opera, stavolta non come regista ma corteggiata in scena nella versione "2008" dello spettacolo da tre cantanti lirici e una pianista. Ad essi concede di inframmezzare i suoi numeri, riservandosi sporadici interventi di quinta e ricevendo galanti baciamani dai signori. L’Opera è per lei un sublime compromesso tra la musica e quelle parole altrimenti a disagio davanti alle "infinite aperture alla fantasia" delle note. Due note, sostiene, possono oscurare un’intera conferenza, anche se "dipende quali note" e chi è a parlare…
Così, in un apparentemente casuale avvicendarsi di monologhi e arie, la Valeri ci fa ancora una volta dono di qualcosa che trascende il teatro, le sue doti di attrice e la sua stessa straordinaria ironia: ci regala infatti attimi di pura intelligenza, cuciti dentro il tessuto delle sue storie, delle situazioni e dei suoi personaggi vecchi e nuovi. E quando potrebbe sorgere il desiderio che le pur splendide arie finiscano in fretta per poter ascoltare cosa ha da dirci lei, eccola puntuale a bacchettare chiunque con troppa facilità sia pronto a criticare, a denigrare, a distruggere.
Corrosiva ma sempre propositiva, capace di fondersi nella modernità senza rinunciare a indossare gli abiti della sua storia, con una sola battuta o una semplice allusione della voce, ci rende insieme a lei spettatori delle nostre stesse vicende, delle abitudini, dei vizi e delle contraddizioni. Una grinta straordinaria ancora la avvince al pubblico, cui è incapace di negarsi, visto che, dopo questa successione di monologhi solo in apparenza leggerissimi (in scena per altre due settimane a Roma) sarà possibile – verrebbe da aggiungere ‘doveroso’ – ammirarla di nuovo nella ripresa delle Serve di Genet.
Se tanto successo ha avuto e continua ad avere presso il pubblico omosessuale – e lei ne è ben consapevole, come ci rivela poi in camerino – non è soltanto per averne molto spesso parlato, anticipando i tempi, ma per essere stata sempre e al tempo stesso elegante e concreta, disincantata e appassionata.
Franca Valeri
Carnet de notes 2008
a cura di Giuseppe Marini
al pianoforte Ida Iannuzzi
soprano Eleonora Caliciotti
tenore Edoardo Milletti
basso Emanuele Casani
fino al 19 ottobre 2008
Teatro della Cometa
Via del Teatro Marcello 4www.cometa .org
ufficio stampa Margherita Fusi
di Flavio Mazzini
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