Non ho mai avuto problemi con me stesso per il fatto di essere gay; anche se in passato ho tentato, come molti, di avere storie etero, e ci sono riuscito. Oggi però, finalmente, vivo con gioia la mia omosessualità, ho avuto un rapporto molto intenso con un ragazzo e fortunatamente conosco, anche tramite la chat, persone in gamba. Il problema è che nessuno dei miei amici etero, che comunque frequento da anni, sa nulla di me. Parlano dei gay in modo a dir poco irrispettoso, con battute molto volgari ecc. ecc., ed io, che avevo quasi deciso di dirlo almeno al mio amico più stretto, ho per ora rinunciato. Sono persone valide, sotto molti punti di vista, ma quando si parla di gay sembrano completamente ottusi. Credo che non reggerebbero ad una notizia di questo genere. A me non andrebbe di perderli, e nello stesso tempo dover sempre mentire quando vedo qualcuno mi riesce sempre più difficile. A questo si aggiunge anche che con uno di loro ho rapporti di lavoro! Vorrei tanto che mi stimassero per quello che sono, e che accettassero le mie scelte anche dal punto di vista sessuale, visto anche che non faccio nulla di male!
Mi consigli di parlare o di continuare a tacere? Tieni anche conto del fatto che svolgo un lavoro che non mi consente di essere troppo alla luce del sole; inoltre vivo in una città di provincia… Grazie
indeciso72
Ciao, "indeciso72",
ho letto prima la tua e-mail e poi la "firma" e mi son detto – chissà perché ha scelto questo nick! –
Il tutto m’invita a risponderti e come professionista e usando anche l’esperienza personale per comunicarti qualche suggerimento.
Parli delle scelte che hai fatto circa alcune storie etero e, mi sono sembrate un po’ come se le avessi in programma, frutto di un ragionamento, non che ci sia niente di male, mi sembrano comunque poco spontaneo, tipo esperimento, ma suppongo che siano state sincere.
Anche io ho avuto relazioni eterosessuali, con relativo coinvolgimento affettivo ed erotico, ed anche un progetto comune di stare assieme nel futuro – avevo 22 anni – ma colgo una differenza, che poi è quella che muove la tua domanda qui su www.gay.it, la mia partner di allora e i miei amici del gruppo universitario sapevano della mia omosessualità.
Parlo di me per ricordare e capire anche il contesto in cui vivi. Ri-conosco anche i pregiudizi e gli stereotipi che un certo gruppo (i macho-man) esprime spavaldamente e che sembra andarne fiero.
Quando feci il mio coming out con loro, ad uno ad uno e pian piano con tutti, ricordo che cominciarono a fare domande oggi direi pertinenti, quasi mi stupivano per l’ignoranza intrisa delle false convinzioni e degli errati convincimenti che avevano, erano comunque curiosi interessati e cercavano di capire la mia realtà, i miei desideri (e qualcuno era rivolto verso uno/due di loro! Sigh!). Nel tempo questo ha permesso di far capire, di accettare e rispettare, attraverso la mia autenticità, un pezzetto della complessa realtà omosessuale. Potrei dire, oggi, che dietro quel comportamento c’era un inconsapevole ed indiretto "impegno di movimento".
Sì, è vero nel mio caso che qualche amico si allontanò, se non altro cambiò il feeling che avevamo. Sicuramente non sono pentito di quello che feci, anzi oggi ne vado fiero (sarà la sindrome del Pride?) in fondo meglio pochi ma buoni!
Da solo non ci sono mai rimasto, o quasi!
Non credo, infine, che ti debba aspettare che gli altri ti stimino o ti approvino… Se sei "indeciso72" puoi passare ad un nuovo nick "sicuro30", ed affrontare gli altri a testa alta, del resto, quello che pensano gli altri di te non dovrebbe cambiare quello che sei, se sei ok con te stesso!
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Con simpatia,
Maurizio Palomba
di Maurizio Palomba
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