Oggi 36enne, da 7 anni felice sposo di Greg Berlanti e genitore di due splendidi bimbi, Robbie Rogers è stato a lungo calciatore, ex nazionale statunitense nonché giocatore dei LA Galaxy. Nel 2013, quando era ancora in attività, il coming out. Abbandonato il calcio Rogers ha seguito suo marito diventando produttore. Dopo aver prodotto la serie All American e il film My Policeman con Emma Corrin e Harry Styles, Rogers ha fatto il salto di qualità definitivo grazie a Fellow Travelers – Compagni di Viaggio, meraviglia arrivata in Italia grazie a Paramount+.
Creata dal candidato all’Oscar® Ron Nyswaner, la serie è basata sul romanzo di Thomas Mallon. Matt Bomer interpreta il carismatico Hawkins Fuller, che mantiene una carriera politica dietro le quinte, finanziariamente gratificante. Hawkins evita le relazioni sentimentali, finché non incontra Tim Laughlin (Jonathan Bailey), un giovane pieno di idealismo e fede religiosa. I due iniziano una storia d’amore proprio mentre Joseph McCarthy e Roy Cohn dichiarano guerra ai “sovversivi e ai deviati sessuali”, dando inizio a uno dei periodi più bui della storia americana del XX secolo. Nel corso di quattro decenni, seguiamo i cinque personaggi principali – Hawk, Tim, Marcus (Jelani Alladin), Lucy (Williams) e Frankie (Noah J. Ricketts) – mentre incrociano le loro strade tra le proteste per la guerra del Vietnam degli anni ’60, l’edonismo alimentato dalle droghe degli anni ’70 e la crisi dell’AIDS degli anni ’80, affrontando i propri ostacoli interiori e quelli del mondo circostante.
Fellow Travelers – Compagni di Viaggio è stata chiacchieratissima per le sue esplicite scene di sesso e meritatamente acclamata dalla critica, con 3 nomination ai Critics Choice Awards, uno dei quali andato ad un emozionato Bailey, 2 ai Golden Globe, una ai SAG e 3 ai Satellite Awards. Un’enorme soddisfazione per Robbie, che ha spiegato come il suo essere calciatore gay, a lungo costretto a tacere la propria omosessualità, abbia infuito nella lavorazione sulla miniserie.
“Mi sono sempre sentito un outsider“, ha spiegato Robbie ad Adam Crafton di The Athletic. “Nello sport, in quanto gay. Ma mi sono sentito anche un outsider nella comunità gay perché quando ho fatto coming out ero un atleta gay. Forse ora la gente potrebbe guardarmi e dire: ‘Non sei un outsider nella comunità gay’, ma è così che mi sento”.
Rogers, che ha anche co-sceneggiato un episodio di Compagni di Viaggio, ha ricordato anche My Policeman, film che raccontava la storia di un poliziotto bisessuale nel Regno Unito negli anni ’50.
“Non paragonerei mai la mia carriera calcistica all’ambiente di queste produzioni: non andrei mai in prigione se facessi ora coming out”. “Ma era pericoloso. Sembrava che la posta in gioco fosse molto alta“. Robbie ha ricordato come l’omofobia esplicitata dai suoi compagni alimentò le sue paure. Negli anni in cui era in Premier al Leeds United, alcuni giocatori reagirono volgarmente quando videro un’immagine in tv di Justin Fashanu, l’unico calciatore gay dichiarato nella storia della Premier League, suicidatosi nel 1998 dopo anni di omofobia vissuta in prima persona.
“Tutti i ragazzi iniziarono a dire quanto sarebbe stato disgustoso per un uomo gay farsi la doccia insieme a noi, e a dire cose stupide come: ‘Se vogliono fare la doccia con noi, dovremmo fare la doccia con le donne.’ Un ragazzo si è rivolto a me e disse: ‘Cavolo, non riesco nemmeno a pensare all’atto fisico di fare sesso con un altro uomo'”. “E così ero lì, profondamente nascosto, ma in quel momento iniziai a pensare al coming out e a come sarebbe stato, a come avrei potuto farlo. Pensai: ‘Devo allontanarmi da questo mondo, non è salutare per me provare a farlo in questo mondo’”.
E così fece. Fatto coming out nel 2013, Robbie si è ritirato. Aveva appena 26 anni. Bruce Arena, allenatore di calcio statunitense, lo incoraggiò a tornare in campo, e così Rogers decise di firmare per i Los Angeles Galaxy, dove ha continuato a giocare fino al 2017, vincendo un campionato MLS nel 2014.
“Mi sono sentito molto più coraggioso quando sono tornato e ho giocato per i LA Galaxy, perché ero di nuovo negli spogliatoi e di nuovo in campo”. “I ragazzini venivano da me e mi dicevano: ‘Torno in Tennessee e faccio parte della mia GSA (Gay-Straight Alliance), cosa dovrei fare nella mia comunità?’. Sentivo che stavo davvero dimostrando qualcosa a me stesso: ‘Sono qui, sto cambiando le cose nello spogliatoio, gioco come Robbie, come compagno di squadra dei Galaxy, ma anche come gay’. Ho davvero trovato il mio coraggio e la mia voce. “
Oggi come oggi ci sono quattro giocatori gay dichiarati nel calcio professionistico maschile d’élite: Collin Martin, Josh Cavallo, Jakub Jankto e Jake Daniels. Quattro su decine di migliaia.
Robbie Rogers, from living in fear as a gay footballer to a Golden Globes-nominated producer.
This is his story, told to @AdamCrafton_
On Leeds United, love, 'disgusting' FIFA, #USMNT and pride in his Hollywood achievements.
— The Athletic | Football (@TheAthleticFC) January 22, 2024
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