“Gli italiani hanno sempre avuto i loro santi preferiti”, recita una reclame in questi giorni. Anche la comunità gay, quindi, potrebbe avere un santo patrono. Ed effettivamente bisogna notare la grande presenza di san Sebastiano nel mondo GLBT.
L’associazione esistente tra san Sebastiano e l’omosessualità, comunque, è recente e forse può avere i suoi inizi nell’opera di Gabriele D’Annunzio Martyre de saint Sebastien (1910), nella quale il nostro santo viene definito come “favorito” degli imperatori Diocleziano e Massimiano (sec. III). Le fonti storiche veramente degne di fede sulla vita di Sebastiano si possono ridurre a due, e da esse non risulta nessun legame con l’omosessualità.
San Sebastiano è spesso, per non dire quasi sempre, rappresentato come un giovane mezzo nudo. La possibilità di descrivere liberamente il martire come un giovane bellissimo, che nudo subisce il martirio – libertà notata del card. Baronio nel 1600 che la motivava come una concessione per gli artisti – incrementa, soprattutto nel periodo rinascimentale, il numero dei suoi quadri e delle sue sculture.
Gli artisti vengono così sollecitati a cimentarsi nella trattazione del nudo che trasforma il santo nel corrispettivo cristiano di eroi e divinità esaltati dall’antichità greca e romana (Apollo, Adone…).
L’dentificazione, poi, di Sebastiano con il mondo omosessuale costituisce un passo breve. Come anche breve è il passo per cui il nostro santo, recentemente, è stato sottoposto a riletture in chiave leather, nelle particolari caratterizzazioni fetish, s/m, bondage…
Nell’antichità, invece, erano presenti altri santi che venivano considerati modello per i gay, se non addirittura omosessuali loro stessi. A volte sono state fatte delle considerazioni sulle “coppie” che troviamo nella tradizione cristiana: i grandi Pietro e Paolo, gli apostoli Filippo e Giacomo, le martiri cartaginesi Perpetua e Felicita (III secolo)… Fra tutte le coppie, una ebbe più successo delle altre e per molti secoli è stata quasi additata come esempio di “amore omosessuale”. Si tratta dei santi Sergio e Bacco.
Sebbene siano stati molto venerati nell’antichità in tutto il cristianesimo, sia orientale che occidentale, di loro si sa poco. Secondo la passio (il racconto, cioè, del loro martirio) sia Sergio che Bacco erano soldati e, anche loro come Sebastiano, occupavano un alto grado nel palazzo di Massimiano. Accusati da invidiosi di essere cristiani, furono condotti al tempio di Giove ed invitati a sacrificare. Essi si rifiutarono e per questo furono degradati e fatti girare vestiti da donna per la città. Riuscito inutile un altro tentativo dell’imperatore di farli rinunciare alla loro fede, furono inviati nella provincia Siro-Eufratese affinché il governatore di là li uccidesse. Nell’accampamento, dopo un interrogatorio, Bacco fu sottoposto alla flagellazione, durante la quale morì. Sergio, invece, fu costretto a camminare con chiodi ai piedi attraverso vari accampamenti, finché fu condannato alla decapitazione.
Tutte le fonti antiche parlano di Sergio e Bacco con le stesse parole ed espressioni con cui solitamente ci si riferisce ad una coppia eterossessuale. Il fatto che fossero stati fatti girare per la città vestiti da donna senza dubbio era un modo per farli vergognare in una società ossessionata dalla virilità guerriera. Secondo alcuni cronisti del tempo, comunque, tale “travestimento” corrispondeva anche all’umiliazione che veniva inflitta agli omosessuali del tempo.
Nell’iconografia Sergio e Bacco sono quasi sempre rappresentati mentre si stringono la mano destra, atto ancor’oggi presente nel rito del matrimonio. Di particolare interesse per noi è un’icona del VII secolo conservata nel Museo di Arte Orientale e Occidentale di Kiev. Essa rappresenta i due santi in primo piano e fra di loro un piccolo volto del Cristo, nella classica posizione del pronubo, cioè di colui (o colei) che si adopera per procurare le nozze e ne è testimone. A Roma c’è una chiesa dedicata ai Santi Sergio e Bacco.
“Gli italiani sanno sempre a che santo votarsi”, continua la pubblicità citata all’inizio. E anche la comunità GLBT potrebbe vedere in Sergio e Bacco dei patroni, oltre, naturalmente, a San Sebastiano e a qualche altro…
Per saperne di più:
BOSWELL, JOHN, Same-sex unions in premodern Europe, Yale 1994 (trad. spagnola Las bodas de la semejanza. Uniones entre personas del mismo sexo en la Europa premoderna, Barcelona 1996).
CELLETTI, MARIA CHIARA, Sergio e Bacco, santi, martiri, in Bibliotheca Sanctorum, vol. XI, Roma 1961-1987, 876-882.
GORDINI, GIAN DOMENICO, Sebastiano, santo, martire di Roma, in Bibliotheca Sanctorum, vol. XI, Roma 1961-1987, 776-789.
https://digilander.libero.it/giovannidallorto/
Elenco foto
1 Guido Reni, San Sebastiano, Olio su tela, cm 127 x 92
2 Pardi, San Sebastiano, tempera acrilica ed incisione a fuoco su tavola, 1996, 100×60
3 Icona del VII secolo dei santi Sergio e Bacco, conservata nel Museo di Arte Orientale e Occidentale di Kiev
4 Chiesa dei Ss. Sergio e Bacco a Roma
5 Chiesa dei Ss. Sergio e Bacco a Roma in un’antica incisione
di Roberto Russo
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