Niente da fare per l’iniziativa degli integralisti cristiani. Da Lugano un esempio per il cerchiobottismo dei sindaci italiani.
Mentre in Campania si moltiplicano le controiniziative religiose proprio in concomitanza delle sfilate dei Pride, in Svizzera un tentativo simile si becca il veto del comune di Lugano.
Nella città elvetica è infatti in programma per il 2 giugno il primo Pride della Svizzera italiana e l’organizzazione integralista Helvetica Christiana, che conta circa 50mila aderenti, aveva espresso la volontà di organizzare una veglia di preghiera.
Nonostante il sindaco della città Marco Borradori faccia parte della Lega dei Ticinesi, non proprio un partito progressista, l’evento ultracattolico è stato bocciato. Secondo l’amministrazione cittadina sarebbe lesivo del rispetto verso la comunità LGBTI: “Sulla base degli interessi in gioco – si legge sul quotidiano locale laRegione – ha deciso in senso negativo”.
Di fronte alle obiezioni del Comune però l’associazione ha fatto una parziale marcia indietro: “Non abbiamo mai voluto pregare contro le persone omosessuali e neanche contro le persone interessate dal GayPride, ma per i valori cristiani e la restaurazione dei suddetti valori della nostra civiltà”.
La partita però potrebbe non essere finita: l’Udc, formazione svizzera di destra, ha parlato di “cristianofobia” della giunta comunale e potrebbe riportare la decisione al centro del Consiglio Comunale.
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