La collezione di Marco Rambaldi per la primavera estate 2022 parte da un atto di ostracismo e da una porta murata. A Bologna, Atlantide Occupata è stato per più di quindici anni uno spazio autogestito, un luogo di accoglienza e di lotta per la comunità LGBTQ+ e per i diritti e l’autodeterminazione delle donne. Nel 2015, per volere dell’allora amministrazione comunale, lo spazio è stato sgomberato e i suoi accessi sigillati, con motivi non ancora chiariti.
Rambaldi riparte da quel momento. Unisce lo spirito di Bologna, sua città natale, da sempre fortemente comunista e anticlericale, con un mondo immaginario, che sembra uscito dai racconti di Anna Maria Ortese, fatto di creature magiche, di essenze, folletti e cavalli alati. Un mondo a disposizione delle piccole persone, da sempre, desiderose di spazio e di parola.
Il designer porta tutto questo in passerella e il risultato è una schiera di ragazzə prontə a riconquistare il territorio sottratto; persone che parlano – tramite il corpo, gli abiti, i gesti – di libertà, di inclusione, aiuto reciproco e affermazione della propria essenza.
Il creativo, per la narrazione del proprio racconto, ha coinvolto diversi giovani talenti, come la designer di gioielli Priscilla Anati (@priscillaanatistudio) – studentessa di fashion design allo IUAV di Venezia – le cui creazioni, realizzate a mano, sono un mix tra la cultura ultra-pop degli anni ’00, l’opulenza della corte francese a Versailles e la tradizione italiana degli ex voto.
È un territorio franco e pieno di speranze, quello che è stato creato, nel chiostro di via Cappuccino a Milano, lo scorso 22 settembre. Un momento in cui abbiamo assistito a una visione del futuro e un’affermazione del presente. Non a caso la collezione prende il nome di “RAMBALDIMANZIA”, ed è proprio con l’acutezza e la saggezza di un veggente che Marco Rambaldi si muove nel campo della moda.
Il casting della sfilata è sincero, coinvolge personalità di spicco – come il curatore e critico d’arte Milovan Farronato – e persone comuni, affermando una precisa idea di quotidianità, di ciò che potremmo incontrare per strada a partire dal futuro prossimo o già da ora. L’umanità è variegata e inclassificabile e Rambaldi desidera “accogliere tutte le creature che non sentono di appartenere a nessuno, solo a loro stesse”.
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