Il web si sa, non perdona. Questa volta è toccato al brand italiano Melegatti, azienda dolciaria di Verona famosa per pandori, panettoni, torte e croissant.
>>> Leggi le scuse dell’azienda arrivate poche ore dopo il post.
Per questo Natale aveva deciso di lanciare una limited edition di pandori con il faccione di Valerio Scanu sullo scatolone e una buona dose di glitter. L’immagine è diventata subito virale e la maggiore critica è stata la mancanza di nesso tra il Natale, il pandoro e lo stesso Scanu: un argomento con il quale il popolo del web è andato a nozze.
Melegatti tenta di calmare le acque ed è qui che arriva il tremendo e imperdonabile scivolone che consegna l’azienda alla gogna pubblica, proprio sotto Natale.
Questa mattina 20 novembre la pagina Facebook di Melegatti rende pubblica un’immagine omofoba e di cattivo gusto che prontamente ci fa chiedere chi siano le geniali menti a capo della comunicazione e del marketing dell’azienda. Selvaggia Lucarelli non si fa scappare il madornale errore e in pochi minuti l’immagine diventa subito virale. La frase incriminata presente sul post e la seguente e non servono ulteriori commenti:
Ama il tuo prossimo come te stesso… basta che sia figo e dell’altro sesso!
A nulla è servito cancellare prontamente l’immagine: il danno è fatto. L’epic fail è già uno dei maggiori trend su Twitter con l’hashtag #Melegatti ed è solo l’inizio.
Il precedente di Barilla non è bastato. Quando le aziende italiane capiranno la necessità di una giusta comunicazione non omofoba e rispettosa di tutti? Sicuramente da Bauli, in questo momento, si stappa già lo spumante.
>>> Leggi le scuse dell’azienda arrivate poche ore dopo il post.
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E dove sarebbe omofoba questa pubblicità? A me pare proprio normalissima, da SEMPRE uomini e donne sono attratti fra loro per quell’atto sessuale (“ama”, sotto le lenzuola) che riproduce la specie. Incluso riprodurre anche l’1% di variante di praticanti sesso gay. Mah. Stando a questo metro di giudizio allora fare pubblicità con i gay significa essere eterofobi. Assurdo.