Oh My Godney! Sono già passati 20 f*****i anni? Ebbene, il 16 maggio 2000 l’etichetta Jive Records dava alle stampe “Oops!… I Did It Again”, secondo disco di Britney Spears.
L’idea del titolo è di Max Martin, il produttore svedese autore della primissima hit “Baby One More Time”. Un’intuizione geniale bisogna ammetterlo o, meglio, un capolavoro pop. Praticamente un successo annunciato che porta il disco al No.1 nella Billboard Album Chart già nella prima settimana, fino a ricevere la certificazione di disco di diamante dalla RIAA per aver venduto nei soli Stati Uniti più di 10 milioni di copie. L’uscita del primo singolo omonimo ha subito messo in chiaro le cose, lo script musicale sarebbe rimasto molto simile a quello del debut album, il cambiamento per Britney Spears sarebbe avvenuto in termini di immagine. E così è stato. Una trasformazione estetica che si può cogliere semplicemente mettendo a confronto le cover dei due album.
Via i codini coi pompon, via i banchi di scuola, via la divisa da brava ragazza. Nel video di ““Oops!… I Did It Again”, diretto da Nigel Dick, Britney adesso indossa una tuta di lattice rosso, passata alla storia e diventata per tutti “la tuta”. Miley Cyrus le ha dedicato un tribute nel video di “Mother’s Daughter”. Britney è più consapevole della propria sensualità, che padroneggia con sicurezza, i ragazzi le muoiono dietro e lei non può farci proprio niente. È questo lo storyboard del video ambientato su Marte.
Oops!… Che nostalgia Britney Spears
La clip (che c’è? Nel 2000 si chiamavano ancora così) è apparsa su MTv il 28 marzo 2000 e Britney Spears proprio in questi giorni ha voluto ricordare quel momento, postando su Instagram una foto che la ritrae giovanissima sul set. Ecco le parole della Spears: «Oops!… Come sono passati in fretta questi 20 anni? Non riesco a crederci. Ricordo che con quel vestito rosso morivo di caldo! Ma il balletto era divertente e le riprese sono volate via velocemente!!! E ora siamo tutti in quarantena, desiderando di essere su Marte… Ovviamente sto scherzando!! Ma seriamente tutti voi mi avere mostrato tanto sostegno grazie a questa canzone e vi ringrazio. Vi amo tutti».
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In “Oops!… I Did It Again” Britney ad un certo punto riceve in dono un ciondolo e a noi madonnari piace immaginare che ci sia un segreto riferimento a Madonna in questa scena. Nel video di “Material Girl” (1984) anche la Ciccone riceve un gioiello che avrebbe potuto essere realizzato con veri diamanti. In “Oops! I did It Again” la principessa del Pop rievoca quella scena, ma alza la posta in gioco, lasciando cioè sospesi gli interessi amorosi dello spasimante (un modello di Abercrombie) fin sopra Marte.
La parola “Oops” diventa un trend: l’anno seguente Blu Cantrell lancia il singolo “Hit ‘Em Up Style (Oops!)” e nel 2020 Tweet entra al #7 posto della US chart con “Oops (Oh My)” feat. Missy Elliot.
Oops!… I Did It Again, i singoli
Altri singoli estratti dall’album sono “Stonger”, “Lucky” e “Don’t Let Me Be The Last To Know”. Piccola perla molto amata dai fan è anche la cover dei Rolling Stones “(I Can’t Get No) Satisfaction”, con cui Britney ha aperto l’esibizione ai VMA del 2000. Le chitarre di “Don’t Go Knockin’ on My Door” ricordano il leitmotiv di “No Scrubs” delle TLC. Il tutto si chiude con “Dear Diary”, primissimo brano scritto anche da Britney, che infatti compare tra i credit del disco come autrice. “Oops!… I Did It Again”, ad oggi il secondo disco più venduto di Britney Spears, non è il suo capolavoro supremo, che per il sottoscritto rimane “Blackout”, ma rappresenta la perdita della verginità della Pop Star nei confronti del mondo. So typically Brit!
PS. Sapevate che in rete esiste una Versione Uncut del video ufficiale in cui Britney Spears è ripresa per tutto il tempo soltanto dalla vita in su?
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