Vogue di Madonna compie 30 anni: Antologia di un capolavoro dal 1990 a oggi

Molto più di un semplice singolo, molto al di là della classica hit da discoteca. Vogue di Madonna è un vero e proprio fenomeno musicale che, a 30 anni dalla sua apparizione, non ha ancora visto affievolirsi la portata del suo impatto sulla musica pop.

Madonna Vogue
4 min. di lettura

Sul finire degli Anni ’80, durante le sue scorribande notturne per New York alla ricerca di puro edonismo e tendenze, Madonna ebbe uno dei crush più rilevanti della sua parabola artistica. Un colpo di fulmine che poté materializzarsi anche grazie all’influenza della sua migliore amica dell’epoca, l’attrice Debi Mazar. La leggenda narra che, nel popolarissimo gay club Sound Factory di Chelsea, Madonna sia venuta per la prima volta in contatto con il Voguing e ne sia rimasta così affascinata da volerci scrivere un pezzo, “Vogue”, appunto. Ripercorriamone gli aspetti più iconici per celebrare il trentesimo anniversario dalla pubblicazione.

Il Voguing come ispirazione primaria

Nato nelle ballroom di Harlem (New York) durante gli Anni ‘80 dai membri della comunità gay afro e ispanica, il Voguing è una particolare danza che si trasforma in sfida con tanto di giudici e pubblico a tifare per l’una e per l’altra squadra. Su una base fatta di movimenti netti con le mani, squadrati e veloci, l’andatura da passerella, le espressioni del volto e le pose sensuali emulano quelle delle top model. Si tratta di una danza che nasce come omaggio e imitazione al contempo: ballando il Voguing le drag queen si trasformano per una notte nelle donne bellissime che ammirano sulle copertine delle riviste. La moda come sogno e aspirazione, fuga dalla periferia, realtà alternativa in cui perdersi, anche per sfuggire da quella vera dove una nuova malattia, l’Aids, uccide senza guardare in faccia nessuno. Non è un caso che le crew, ovvero i gruppi all’interno dei quali ciascun voguer si identifica, prendano i nomi dai brand di moda: House of Balenciaga, House of St. Laurent, House of Escada, House of Mizrahi.

La nascita di un capolavoro: Vogue

Dopo la folgorazione sul dancefloor, Madonna sottopose l’idea del pezzo a Shep Pettibone, dj del Sound Factory nonché suo produttore dell’epoca, che realizzò la musica. Un mix di funk, disco, soul e groove, con richiami espliciti a “Love Is the Message” degli MFSB (di casa al Paradise Garage di NY) e “Ooh, I Love It (Love Break)” della Salsoul Orchestra, grande classico della scena clubbing newyorchese. Nei progetti originali, Vogue era stata pensata come B-side del singolo “Keep It Together” proprio perché la cantante era insicura sul possibile successo commerciale del pezzo. Ma quando la Warner Bros ascoltò il brano per la prima volta, decise che non sarebbe stato giusto “penalizzarlo” con un lato B e volle i lanciarlo come singolo.Vogue venne così inserito all’ultimo momento nell’album I’m Breathless, colonna sonora del film Dick Tracy (nel quale però il pezzo è assente) in cui Madonna recita al fianco del suo moroso dell’epoca: l’attore Warren Beatty. In una dichiarazione del 2009 rilasciata a Rolling Stone, Madonna ha confermato, «I wrote it when I was making Dick Tracy. After we shot the movie, Warren Beatty asked me if I could write a song that would fit my character’s point of view, that she could have conjured up. She was obsessed with speakeasies and movie stars and things like that. The idea for the lyrics came through that request». Con oltre sei milioni di copie, Vogue diventa il singolo più venduto del 1990 e viene poi inserito anche in due Greatest Hits della cantante, The Immaculate Collection del 1990 e in Celebration del 2009.

Madonna Vogue Cover

Il video musicale diretto da David Fincher

Per il video Madonna ha scelto personalmente i ballerini tra i frequentatori abituali del Sound Factory. Tra di loro il mitico Willi Ninja, da molti considerato il padrino del Voguing, nonché insegnante di passerella di top come Naomi Campbell. Il video è stato diretto da David Fincher, regista di Alien 3 e poi di Seven (1995), Fight Club (1999) e Zodiac (2007). Sua la regia anche di altri tre video della Pop Star: “Express Yourself”, “Oh, Father” e “Bad Girl”. Il videoclip affronta in anticipo rispetto ai tempi, ma pur sempre in chiave pop, la questione razziale. La pellicola in bianco e nero fa mach non a caso con la strofa It makes no difference if you’re black or white”. Con un’ispirazione anni Venti e Trenta, il video omaggia le atmosfere della vecchia Hollywood anche grazie alla scelta di inserire riproduzioni di opere d’arte di Tamara de Lempicka e scenografie Art Deco. Tra menzioni di star del passato come Marilyn Monroe e Rita Haywort e le coreografie di Karole Armitage, Madonna indossa il famoso reggiseno a cono disegnato da Jean Paul Gaultier, artefice dei costumi del Blond Ambition Tour, partito a meno di un mese dalla pubblicazione del singolo. 

Gli MTV Video Music Awards

Vogue ha vinto tre premi agli MTV Video Music Awards nel 1990 (su nove nomination) che rimangono emblematici nella carriera di Madonna per via dell’esibizione a effetto. Madonna indossa lo stesso abito di Glen Close nel film “Le relazioni pericolose”. Un costume settecentesco ispirato alla regina Maria Antonietta e realizzato dallo scenografo James Acheson, tre volte premio Oscar ai costumi per L’ultimo imperatore, Le relazioni pericolose e Restoration – Il peccato e il castigo.

Dal Blond Ambition Tour a oggi

Madonna si è esibita con Vogue in ben sei dei suoi tour. La versione del Blond Ambition Tour ha visto il concept scarnirsi sul palco per avvicinarsi di più alla vera essenza delle ballroom gay cui il testo è ispirato. Nel The Girlie Show Tour del 1993 va in scena la massima espressione live della canzone per via della fusione perfetta con l’immaginario sessualmente esplicito di Erotica. Ma dovrà trascorrere più di una decade prima di poter riascoltare il pezzo dal vivo. Dopo 8 anni di pausa dai palcoscenici, Madonna torna on stage con il Drowned World Tour, ma ancora nessuna traccia di Vogue che torna in scaletta soltanto per il Re-Invention Tour del 2004. Grande esclusa dal The Confessions Tour, Vogue riappare nello Sticky & Sweet del 2008. Le coreografie originali si rinnovano discostandosi dai passi strutturati che solitamente accompagna il pezzo on stage. Gli accordi di pianoforte lasciano il posto al ticchettio degli orologi di “4 Minutes” e ai beat di Timbaland. Nel MDNA Tour del 2012 la couture diventa l’espediente per un’interpretazione più spensierata della raffinatezza monocromatica del video. Durante il Rebel Heart Tour del 2016 Vogue si fonde con la traccia Holy Water che, in uno slancio auto-citazionista, rispolvera nel testo alcuni versi del brano del 1990. In occasione del World Pride del 2019, tenutosi a New York, Madonna ha ricomposto i pezzi di questo puzzle esibendosi con Vogue nella città in cui tutto era cominciato, in una commovente fusione di passato e presente.

https://www.youtube.com/watch?v=YOIZ352p3VI

 

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