Ottobre è iniziato da ben 16 giorni. Questo significa che già da due settimane, gli amanti del mondo BDSM hanno chiuso i loro genitali in una cintura di castità. E perché mai? Perché il decimo mese dell’anno è conosciuto anche come Locktober.
Il Locktober è un vero e proprio rito per gli appassionati delle cinture di castità. Nell’ambito BDSM, la “cage” non è altro che una gabbia di metallo o plastica, che impedisce al pene di eccitarsi. Nei giochi di ruolo, solitamente la chiave del lucchetto che chiude la cage è consegnata dallo slave al master (in caso di un altro uomo) o alla mistress (nel caso di una donna).
Qualche cenno di storia
Impossibile non aver mai sentito parlare di cinture di castità per le donne, le quali erano costrette a indossarle per impedire i rapporti, mentre i mariti cavalieri erano lontani. Sembra che in realtà fossero dei dispositivi inventati nel XIX Secolo per impedire la masturbazione. Naturalmente, oltre alle cinture di castità femminili, esistevano anche quelle maschili. Si sa infatti che la masturbazione in epoca antica era vista come peccato, e si utilizzava di tutto per evitare che si praticasse.
Solamente nel 2004 qualcuno pensò che la cage poteva essere utilizzata per i giochi erotici.
Il Locktober: un mese per scoprire il proprio corpo
Tornando ai giorni nostri, il Locktober può essere un modo per conoscere il corpo, per esplorare tutti i punti che possono dare piacere, le cosiddette zone erogene.
Ma non è tutto così semplice. Quando la cage blocca il pene, dopo poco basta anche un semplice tocco, un profumo o un’immagine per “stimolarsi”. Ma “la metà del gioco di castità è nella tua testa“, secondo Danny Cruz, appassionato di cinture di castità. “Doccia fredda, allenamento, distogli la mente dalle intense sensazioni di eccitazione” sono i consigli per evitare che la cage crei problemi difficili da risolvere.
Danny Cruz e Pup Taz sono una coppia che hanno voluto celebrare il Locktober indossando entrambi una chastity cage. Per chi vede in questa pratica solo una tortura, sta guardando solo metà della realtà. Oltre alla voglia, alle erezioni e agli orgasmi rovinati, Danny e Pup attraverso il Locktober hanno potuto esplorare la loro sessualità, iniziando così anche una nuova relazione con il proprio corpo e con quello del partner.
Hanno scoperto che il dildo o altri sex toys possono aiutare, ma non come avere un compagno che sanno cose e dove toccare. Un capezzolo, l’ascella, la lingua su un certo punto del petto… ognuno ha la propria zona di interesse.
Il corpo è pieno di zone erogene: basta trovarle
Dopo l’esperienza del Locktober, Danny e Puz hanno riflettuto sul fatto che quando si cerca un rapporto, che sia occasionale o con la persona amata, si punta subito al pene. Ci sono invece tantissimi punti che possono dare piacere, prima di arrivare al rapporto vero e proprio.
Una visione incentrata sul pene, mentre c’è un intero corpo da usare, scoprendo quale punto è il migliore per iniziare a fare piacere. Una visione, però, che molti non comprendono, soprattutto nell’era delle app e del “fast sex”. Il Locktober quindi, oltre al gioco, è un rito che aiuta a vedere il sesso e il piacere in un’altra maniera, e un modo per stimolare un rapporto più intimo, più desiderato.
Un rapporto più lungo, duraturo, e piacevole.
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