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Posta Svagata: “La comunità gay non è inclusiva?”

Davvero l’unica chance per vivere bene con me stesso risiede nel cambiare me stesso? Nel frequentare una palestra e crearmi una vetrina social affascinante? Oppure nell’essere sessualmente dotato

posta svagata
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Trovo sempre grande difficoltà nel coltivare rapporti duraturi con altri gay. L’interazione social per me è fondamentale, perché vivo in un piccolo paese del Sud dove le relazioni tra gay avvengono spesso in modo meno “visibile” che altrove. Non credo di sbagliare approccio, anzi tutte le mie amicizie non omosessuali mi hanno sempre riconosciuto cordialità, affabilità e un apprezzabile livello culturale.

Eppure non sono molto prestante fisicamente: ho perso metà del mio peso per sconfiggere l’obesità e ho quasi raggiunto il peso forma, ma ho una bellezza nella media e rimango un po’ chubby, oltre a non essere troppo fotogenico. Peraltro non ho particolare inclinazione nell'”investire” sulla mia immagine social, curo abbastanza i miei profili Instagram, Telegram, Grindr, ma i miei veri interessi sono altri. Mi mancano quindi alcune caratteristiche forse fondamentali per avere un’interazione social ottimale tra gay. Non a caso, il mio unico amico gay (conosciuto da piccoli) che invece possiede queste caratteristiche, ha una vita relazionale e sessuale molto attiva. Sappiamo tutti che questi criteri – il culto del porno, del twink, delle dimensioni ecc. – regolano la vita social tra gay in modo quasi totalitario. Ma questa situazione mi sta mandando in crisi psicologica perché mi sento tagliato fuori da ogni opportunità di conoscenza e sento di stare buttando gli anni migliori della mia vita, come se vivessi nel buio, e non meritassi l’apprezzamento di nessuno. Non ne posso più di subire ghosting o di venir trattato con sufficienza, per il solo fatto di non avere qualcosa di figo da mostrare di facciata. Davvero l’unica chance per vivere bene con me stesso risiede nel cambiare me stesso? Nel frequentare una palestra e crearmi una vetrina social affascinante? Oppure nell’essere sessualmente dotato?

Probabilmente quando si tratta di preferenze estetiche diventiamo tutti un po’ meno inclusivi e un po’ più “egoisti” e identitari, tuttavia ho l’impressione che nelle interazioni gay certe etichette abbiano preso il sopravvento sul nostro modo di giudicare l’altro.

 

La comunità gay non vive su una nuvola rosa distaccata dallo spazio e il tempo. Stiamo sempre parlando di uomini, con tutti gli effetti collaterali del genere maschile – stavolta con l’alibi della discriminazione. Sì, anche la comunità gay ha interiorizzato tutti gli standard del solita sistema ultra-capitalistico che ci pretende validi solo se conformi agli standard.

Al netto di questo, che si fa?

Nella tua lettera mi hai parlato tanto di quello che gli altri uomini si aspettano o pretendono da te, ma dei tuoi interessi culturali, la tua affabilità e cordialità non mi hai detto molto. Cosa piace davvero a te? Cosa cerchi in un partner o amico? Quali caratteristiche ti attraggono più nell’altro, sia sul piano estetico che mentale? Che genere di persone vorresti intorno? Molti uomini gay non sono fotogenici, molti uomini sono chubby, molti uomini non vanno in palestra e non sono dotati. A molti uomini gay non si interessano a quello che interessa a molti altri uomini gay.

Mentirei se non ti dicessi che la società della performance non gioca un ruolo nelle nostre interazioni sociali, ma mentirei anche a dirti che le relazioni sane e mature sono impossibili.

Perché se è vero che a volte la comunità gay ha i suoi problemi, per esperienza personale, ho imparato che quando punto troppo il dito sugli altri – incolpando i retaggi culturali per tutto quello che non va nella mia vita – c’è un campanello d’allarme che non sto ascoltando. 

Se ti interfacci solo con persone che pretendono forma smagliante, feed di Instagram in palette, e uomini dotati, forse sei tu il primo a desiderare queste caratteristiche nell’altro? Possiamo stare giorni a parlare dell’ossessione per il corpo e standard impossibili di bellezza, ma prendercela con chi passa tutta la settimana in palestra a che soluzione dovrebbe portarci esattamente?

Essere più ‘inclusivi’ è facile a parole, meno nella pratica (e di certo, l’inclusività non salva dal ghosting). Destrutturare stereotipi e cliché che ci hanno introiettato da decadi, è un lavoro quotidiano che coinvolge tuttə, e ognunə ci prova a modo suo. Anche andando tutti i giorni in palestra, se per te è necessario.

Ma le relazioni sono spesso uno specchio riflesso delle nostre insicurezze, e possono scattare trigger emotivi che non siamo sempre in grado di elaborare (anche per questo, contemplare lo psicologo non è mai una cattiva idea).

Chiederti cosa puoi offrire tu, su cosa cerchi e perché, può aiutarti a riconoscere meglio in quali genere di relazioni investire il tuo tempo, e possibilmente facilitare i punti d’incontro. Qualunque sia la vetrina.

Per scrivere a Posta Svagata scrivi a postasvagata@gay.it

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2 thoughts on “Posta Svagata: “La comunità gay non è inclusiva?”

  1. Stai prendendo un bel granchio blu! Se tutti gli lgbt+ stimati sono circa il 10% e di fatto l’orientamento sessuale non è così caratterizzante della persona, stiamo parlando davvero di una forzatura in campo delle amicizie. È semplicemente più raro avere amici gay o lesbiche, aggiungiamo pure che non siamo tutti in città e che è solo un autodichiarazione.
    Faccio notare che quando si parla male la comunità resta gay, ma poi online dove palesemente di gay non c’è nulla non si dice mai lgbt+.

  2. Che brutta risposta, che da una parte cerca di negare la superficialità che impera nella comunità gay maschile non solo occidentale come culto al corpo, alla giovanezza, il canone di bellezza, etc. Inoltre, sembra che nella risposta non sia stata considerata una delle premesse iniziale “Vivo in paese del sud”, dove purtroppo e non è un luogo comune le interazioni fra omosessuali sono più ristrette e molto più nascoste come in ogni realtà sotto i 100k abitanti. Sicuramente chi scrive ha un problema di autostima o di accettazione profonda del sé e non è da scartare l’intervento di uno psicoterapeuta (lo psicologo per legge non può e non è formato per questo) che potrebbe aiutarlo a migliorare il rapporto con la sua immagine e magari a capire cosa “aspetta” in un eventuale rapporto di coppia, qualora fosse quello il suo obiettivo i.e avere una relazione, tuttavia trovo che la risposta è stata un po’ scoraggiante perché alla fine è praticamente un “sei tu quello che sta sbagliando approccio” quando in primo luogo la verità è che purtroppo l’ambiente dell’app di incontri è deleterio e perfino il profilo anonimo senza foto ha la pretesa di chiedere foto per primo e nella massima codardia senza ricambiare (per correttezza) la foto dice non sei il mio tipo, ovvio non tutti siamo così e non tutti siamo utenti di app di incontri (meno male) Al mittente direi di provare a cambiare approccio e di lasciar perdere le app e soprattuto di fare oggi cosa in funzione di sé stesso e non degli altri e meno di cercar di imitare l’amico bello che piace a tutti perché farlo ti farà male solo a te.

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