Cara Posta Svagata. Sono un ragazzo gay di venticinque anni e ho il terrore di fare sesso anale: non sono alle primissime esperienze, ma non mi considero nemmeno super navigato. Con i miei partner, che siano fissi o incontri più casuali, ho sempre incontrato una buona carica sessuale, ma quando arriva il momento di fare sesso anale non me la vivo mai davvero bene: mi sono sempre considerato versatile, ma con la penetrazione preferisco più ‘ricevere’ che ‘dare’. Allo stesso tempo, mi sento sento sempre troppo a disagio: che sia per dolore, o perché non riesco mai a rilassarmi davvero, e mi sento un enorme imbarazzo (per non parlare della questione della pulizia, dove cerco sempre di stare attento ma talvolta: capita, quel che capita). Cosa c’è che sbaglio? Ho qualche problema? Un saluto, L.
Caro L,
Intanto, smetterei di considerarlo uno sbaglio o un problema.
È tutto più comune e comprensibile di quanto credi, e ha abbastanza senso che non venga naturale: di educazione affettiva e sessuale nelle scuole non c’è traccia, quindi ci limitiamo ai porno dove tutti prendono e danno alla velocità della luce, e pare più facile di una partita di twister. Ti imbarazza perché – tra le tante cose – non solo non ci hanno insegnato a fare sesso, ma nemmeno a parlarne. Ti consiglierei di placare l’ansia di prestazione perché non c’è nessuna giuria (e se l’altro ti fa sentire a disagio, giudicato, o sotto pressione: alzati e mandalo a cagare).
Quel buco non è il tunnel del Gottardo, ma un sentiero di montagna tortuoso da trattare con cura e rispetto. È un muscolo che va ascoltato, rilassato, e accompagnato. Questo funziona meglio se con l’altra persona puoi parlare e comunicare senza vergogna in ogni momento, prima, durante, e dopo l’amplesso. Perché se ogni corpo funziona a sé, ogni corpo va anche conosciuto: quindi togliete il timer, andate con calma, e vivetelo senza fissarvi troppo sul risultato finale (in questo articolo tempo fa, abbiamo elencato alcune posizioni più comode di altre).
Forse già lo sai, ma la saliva non è sempre sostitutivo al lubrificante. I lubrificanti esistono, sono tanti e intensificano sia la stimolazione che il piacere : ce ne sono ad acqua (che funzionano molto bene anche con i sex toys), in silicone (che funzionano meno bene con i sex toys), oppure gli oli (perfetti per massaggiare, ma sconsigliati con i preservativi). Comprali, provali, e capisci quale è più piacevole per te. A volte ne serve poco, altre volte ne serve molto di più: tu regola le dosi a seconda del necessario.
La pulizia è importante (in generale nella vita, non solo nel sesso). A volte basta un bidet accurato, ma se vuoi stare più tranquillo esistono le famose doccine anali (qui spieghiamo meglio come usarle). Anche l’alimentazione aiuta: più fibre e tanta acqua. Meno carne rossa, pepe, o carboidrati vari. Poi come dici tu: quel che capita, capita. Possiamo pulirla, sistemarla, e prepararla all’uso, ma l’area d’interesse rimane sempre quella. Sia tu che l’altro, fate pace con il fatto che sporcarsi è una possibilità e che siete abbastanza grandi e vaccinati da non farne una tragedia: ci si alza, ci si pulisce, e si continua a vivere (anche qui, come prima, se il tuo partner fa una sceneggiata: quella è la porta, arrivederci e grazie).
Se tutto ciò non è sufficiente, sappi che la penetrazione non è l’unica via possibile per divertirsi: stando a delle ricerche dalla George Mason University nel 2011, su 25,000 uomini gay e bisessuali solo il 35% gradisce il sesso anale. La maggior parte di loro, come dice Micheal Reece – professore presso la Scuola di Salute presso Indiana University – preferisce la masturbazione, il sesso orale, gli abbracci, utilizzare le dita, o anche solo baciarsi (esiste pure una posizione, che si chiama sides, per tutte quelle persone che non amano fare sesso penetrativo).
Se non te lo dice il professore Michael Reece, te lo dico io : provaci quanto vuoi o ritieni necessario, ma ricorda che l’anale non è obbligatorio. Magari un giorno ti verrà più facile, magari non ti andrà mai. Ma almeno il sesso rendiamolo un piacere e non un dovere: goditelo quando, quanto, e se ti va.
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