Dopo la presentazione avvenuta nei mesi scorsi la legge regionale contro l’omofobia della Puglia arriva in Consiglio: comincia il circo.
È già “allarme gender” in Puglia dove il Consiglio regionale si appresta a discutere la legge contro l’omofobia voluta dal governatore Michele Emiliano e proposta con il sostegno di Arcigay.
La legge, come altre dello stesso tipo varate dall’Umbria e dalla Toscana, non può sostituire una norma nazionale contro l’omotransfobia (non ha gli stessi riflessi sul piano penale), ma utilizzando le competenze regionali può almeno rafforzare il monitoraggio dei casi di violenza e discriminazione omofobica sul territorio e il finanziamento di progetti locali a favore dell’inclusione e dei diritti delle persone LGBT.
L’iniziativa del presidente pugliese aveva già suscitato a suo tempo l’opposizione dei gruppi cattolici e di Fratelli d’Italia, che aveva presentato una mozione contraria all’approvazione della legge. Oggi anche Forza Italia con il capogruppo Nino Marmo ha bollato la legge come “Un manifesto della teoria gender con diversi profili di incostituzionalità”, mentre l’Uciim (Unione cattolica italiana insegnanti, dirigenti, educatori e formatori) ha invitato ad ignorare le direttive regionali.
Arcigay ovviamente sostiene le iniziative contro l’omofobia delle diverse regioni, sia come strumento contro le discriminazioni, sia per evidenziare questa grave mancanza nelle leggi nazionali. Altre regioni italiane stanno discutendo la possibilità di introdurre un provvedimento analogo, in particolare stando all’associazione LGBT sono Emilia-Romagna, Campania e Calabria quelle che si trovano ad un punto più avanzato della discussione.
Ora in Puglia, come anticipato dal segretario nazionale Gabriele Piazzoni lo scorso novembre, bisognerà valutare gli eventuali depotenziamenti della legge che potrebbero essere avallati dal Consiglio regionale.
© Riproduzione Riservata