#ÚLTIMOMOMENTO 📣 El @senadomexicano prohíbe las “terapias” de conversión en México este 11 de octubre de 2022, con 69 votos a favor, 2 en contra y 16 abstenciones. ESTO HA SUCEDIDO TRAS 4 AÑOS DE ESPERA Y MÁS DE 15 AÑOS DE LUCHA‼️🏳️⚧️🏳️🌈 #NadaQueCurar 👊🏾
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— Yaaj México® (@YaajMexico) October 11, 2022
4 anni dopo la presentazione del disegno di legge, il Messico ha finalmente iniziato l’iter per vietare ufficialmente le pericolosissime terapie di conversione, che mirano ad “alterare” l’orientamento sessuale, l’identità di genere e l’espressione di genere.
Nella giornata di ieri 69 senatori hanno votato a favore, con due contrari e 16 astenuti. Il DDL passa ora alla Camera per il voto finale. L’organizzazione LGBTQ+ Yaaj Mexico ha festeggiato questo primo passaggio: “Gli occhi del mondo sono oggi puntati su questo progresso storico dei diritti umani, sperando che diventi un punto di riferimento internazionale“.
Yaaj Mexico ha ricordato come le “vittime principali delle terapie di conversione” siano “i giovani LGBTQ+”. Terapie che “causano danni irreparabili alla loro salute mentale nel corso della loro vita adulta e, nei casi peggiori, li portano al suicidio”. “Per i sopravvissuti a queste pratiche che hanno denunciato quanto subito, questo primo voto significa la riparazione parziale del danno una volta vissuto”.
Se il DDL sarà approvato anche alla Camera dei deputati, il Messico si unirebbe a Paesi come Germania, Malta, Canada, Australia, Argentina, Francia, Nuova Zelanda ed Ecuador, che hanno già vietato le terapie riparative. In Italia, purtroppo, il dibattito politico non ha mai realmente preso forma. Nel 2016 l’ex senatore Lo Giudice aveva avanzato una proposta per rendere la terapia di conversione illegale, ma quest’ultima non è mai arrivata a essere discussa.
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