Nasce tra i quartieri del Queens, nel 1961, un’anima irrefrenabile: a soli sette anni William Roscoe Leake è solo un bambino che assiste con gli occhi sognanti ai balletti all’Apollo Theatre. La danza è un colpo di fulmine che lo accompagna per tutta la crescita, finché negli anni Settanta abbandona il college e si trasferisce a Greenwich Village. Esibendosi nei ritrovi queer di Christopher Street Pier e Washington Square Park, William ha modo di ispirarsi alle coreografie nei videoclip e al contempo reinventarle, sperimentare e affinare un nuovo stile pronto ad entrare nella storia: il voguing. Sebbene esistesse già da tempo, a soli vent’anni William ne perfezionò la forma, elaborando una danza fatta di pose e pantomima, e nutrendola di influenze diverse, tra geroglifici kimetici, Fred Astaire, le ginnaste olimpiche, e arti marziali.
Durante le esibizioni Willi Ninja si definisce butch queen, una creatura androgina che oscilla fluidamente tra maschile e femminile senza stabilire una separazione netta tra i binari, ma unendoli. A differenza di altre persone nere e queer dei ball newyorkesi, l’omosessualità di Willi viene accolta con amore e supporto dalla famiglia: dichiara in numerose interviste che pur non avendo mai affrontato l’argomento, sua madre l’ha accolto sin da piccolo in ogni sfaccettatura di sé, dalla sessualità alla passione per la danza. Nel 1982 insieme a Sandy Appolonia, Willi fonda la sua House of Ninja, un ambiente multietnico, che – a differenza di molte altre ball composte prevalentemente da persone nere – include anche persone bianche. Inoltre le sue ball sono luogo di ritrovo per sensibilizzare la comunità alla prevenzione da AIDS/HIV, cercando di smantellarne lo stigma sociale e divulgare informazioni attendibili.
Nel 1989 Willi Ninja è un punto di riferimento per l’esplosione del voguing nella cultura mainstream: dal mondo della musica – che lo vuole fedele collaboratore nei video musicali di Janet Jackson, Madonna, Malcolm McLaren, e Masters at Work – alle sfilate degli stilisti più leggendari della scena mondiale – da Jean-Paul Gaultier (per cui perfezionò il movimento delle modelle in passerella) a Malcolm McLaren, Chanel, Thierry Mugler, e Karl Lagerfield. Nel 1990, Jennie Livingston lo vuole nel cast dell’indimenticabile Paris is Burning, documentario pilastro per la ball culture di New York dei primi anni Novanta.
Nel 2003, a soli quarantadue anni e all’apice del successo, gli viene diagnosticato l’HIV, ma Willi Ninja non si ferma. Nel 2004 fonda l’agenzia di moda Elements of Ninja, dove insegna a modelle e celebrità a muoversi con grazia e portamento. Muore il 2 Settembre del 2006, dopo aver lasciato al mondo intero un testamento artistico che va oltre il tempo.
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