Rufus Wainwright, il noto cantautore canadese che sarà uno degli ospiti di punta della prossima edizione del Festival di Sanremo, non si crocifiggerà sul palco dell’Ariston. La crocifissione è una delle sue performance più contestate e al diffondersi della notizia della sua presenza al Festival, le associazioni cattoliche più integraliste, tra cui Militia Christi e i Papa Boys si sono organizzate per protestare davanti alla sede Rai di Viale Mazzini, a Roma. Ma la temuta esibizione dell’autore di “Gay Messiah”, canzone accusata di blasfemia in cui si auspica l’arrivo di un messia omosessuale, non avrà luogo. A rassicurare i cattolici ci ha pensato Giancarlo Leone, da tempo nello staff che organizza la kermesse musicale. “Sappiamo che Rufus non si crocifiggerà in scena – ha dichiarato Leone ad Alfono Signorini durante il suo show – e non farà nulla di quelle cose che l’hanno anche reso famoso. Farà il grande artista che è”.
“È chiaro che quando artisti del genere vengono a Sanremo – ha continuato Leone -, quando vengono su Rai 1, le cose cambiano. Ognuno di questi artisti ha al suo interno una vis polemica e talvolta anche un modo di rappresentarsi rispetto allo spettacolo, che poi si conforma rispetto allo spettacolo”.
Ma le polemiche non sembrano placarsi e sul tema interviene anche l’Aiart, associazione dei telespettatori cattolici. “Gli organizzatori di Sanremo facciano attenzione a Rufus Wainright – ha dichiarato Luca Borgomeo, presidente dell’Aiart -. Le sue canzoni spesso hanno toni blasfemi, dunque sarebbe augurabile che, come invitato alla manifestazione canora, eviti di toccare questi temi”.
Di seguito il video di “Gay messiah”.
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