Cinema
L’onore dell’apertura a Johnny Depp. Se non ci fosse una superstar cinematografica come lui bisognerebbe inventarla, salutare antidoto contro la faccia iper-perfetta del tomcruisismo, che comincia a stuccare. Riunitosi col suo regista di riferimento, Tim Burton, Depp ha piazzato al top della classifica degli incassi americani “La fabbrica del cioccolato”, fiaba colorata ma non per questo meno inquietante basata su personaggi scaturiti dalla penna del sempre geniale Roald Dahl. Già è sul set vestendo nuovamente i panni straccioni e pirateschi di Jack Sparrow, mentre finito da tempo e pronto per la distribuzione è “Il libertino” (The libertine), storia di dissoluzione e sperimentazione sessuale basata sulla vita di John Wilmot, conte di Rochester, vissuto nel 1600. Prima studente a Oxford, poi avventuriero per mare, poi poeta, Wilmot all’inizio si dilettò in composizioni romantiche ma ben presto approdò a contenuti apertamente sessuali, tant’è che il suo più famoso (e censurato) titolo introduce chiaramente l’argomento sin dal titolo: “Sodom, or the Quintessence of Debauchery“. Nel film c’è anche John Malkovich, che ne è anche co-produttore e che aveva ricoperto il ruolo del conte anni fa in teatro.
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Teatro
Nell’America sempre più bigotta dell’era Bush non sono mancate polemiche per la ripresa, a Broadway, dello spettacolo teatrale “La cage aux folles” (Il vizietto). Alcuni dei finanziatori dello show avevano manifestato il dubbio che il bacio tra gli attori Gary Beach e Daniel Davis che chiude la storia potesse offendere qualcuno tra gli spettatori. I creatori dello show, tra i quali il più noto in Italia è certamente Harvey Fierstein (“Amici, complici, amanti”) hanno però insistito perché il bacio restasse in questa nuova versione. Pare che Fierstein avesse in mente questo finale sin dalla prima versione del 1983 ma che all’epoca si preferì optare per qualcosa di più soft, con i due protagonisti che si allontanavano mano nella mano verso il sole al tramonto. Jerry Herman, altro autore della pièce, ha detto di aver assistito a varie repliche dello spettacolo stando seduto tra signore di mezza età che applaudivano con vigore e di non aver mai scorto nessun segno di disapprovazione. Il bacio è stato dunque mantenuto. Del resto che storia d’amore è se non c’è un bel bacio a suggellarla?
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Televisione
Jennifer Beals, che interpreta il ruolo della lesbica Bette Porter nella serie televisiva “The L Word“, trova assurda l’opposizione che il matrimonio gay trova in America. L’attrice, 41enne, ex studentessa a Yale e lanciata nei primi anni ’80 dal film “Flashdance”, nel corso di un’intervista si è detta “scioccata” dal livello di pregiudizio emerso nei dibattiti sulle unioni tra persone dello stesso sesso. “Non capisco perché dovrebbe essere così difficile da accettare” ha detto. “La vita umana è preziosa, tra disastri naturali e attentati terroristici ci se ne può ‘andare’ in ogni momento, e nel modo più brutale. Bisognerebbe rendersi conto che l’amore è veramente una delle cose più straordinarie che si può sperimentare nel corso della vita. Avere del risentimento per qualcuno per via del suo modo di amare mi sembra assolutamente assurdo. È basato sulla paura, paura degli altri, paura di ciò che è diverso da se stessi. Ma quando c’è la possibilità di vedere la vita normale e quotidiana di queste persone, piuttosto che di ridurla a politica, allora si rende finalmente umana un’intera comunità di gente altrimenti invisibile.” Sembra un buon modo di parlare anche della serie che la vede tra le protagonista, giunta ormai alla terza stagione, con episodi affidati alla regia di nomi noti e attivi anche al cinema, come Angela Robinson (Herbie: Fully Loaded), Moisés Kaufman (Il progetto Laramie), Rose Troche (Go Fish), Kimberly Peirce (Boys Don’t Cry), Bronwen Hughes (Forces of Nature), Burr Steers (Igby Goes Down) e Frank Pierson (Soldier’s Girl, Dog Day Afternoon). In Italia, dopo l’anteprima via satellite, la serie arriverà sulla tv generalista a ottobre, sulle frequenze de La7.
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Musica
Hanno già quasi terminato il loro prossimo album, i Pet Shop Boys che sono in sala d’incisione proprio in queste settimane. Alcune delle canzoni sono state scritte a Napoli, durante una vacanza-lavoro italiana effettuata dal duo (Neil e Chris) nel marzo scorso durante la quale hanno collaborato col programmer Luca Baldini. Nessuna notizia certa su quello che sarà il titolo ma i brani nuovi dovrebbero essere nove, realizzati con la produzione di Trevor Horn. Horn è uno dei più grandi produttori discografici inglesi, fautore dei grandi successi dei Frankie Goes To Hollywood, Grace Jones, Tina Turner, Yes, Art of Noise sino alle TaTu. Il nuovo lavoro dei Boys conterrà anche il brano “Numb”, scritto da Diane Warren e originariamente realizzato per la compilation “PopArt”. L’uscita è prevista per la primavera del prossimo anno ma intanto il 5 settembre sarà nei negozi la sonorizzazione del film “La Corazzata Potemkin” diretto dal regista russo Sergej Eseinstein nel 1925. La neo colonna sonora del film affianca i PSB con l’orchestra sinfonica di Dresda diretta da Jonathan Stockhammer. Quattro i concerti dal vivo previsti in Germania dal 2 al 5 settembre per il lancio.
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Sport/Spettacolo
Il Nude-Rugby è il nome del nuovo passatempo all’aria aperta che viene dalla Nuova Zelanda. Mentre in Europa è piena estate agli antipodi siamo nel bel mezzo dell’inverno, ma questo non pare aver scoraggiato i giocatori che, nudi come mamma li ha fatti, hanno disputato una partita sulla spiaggia di Middle Beach a Dunedin, capoluogo della provincia meridionale di Otago. Immancabile l’omaggio ai mitici All Blacks neozelandesi, con imitazione della danza di guerra Maori che la squadra di rugby in nero ha reso popolare in tutto il mondo. Gli spettatori intanto si godono lo spettacolo, imbacuccati in giacconi e giubbotti per proteggersi dal vento gelido che spira dall’Antartide.
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