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San Valentino è molto più queer di quanto pensiate: la storia che non tuttə conoscono

Le origini della festa degli innamorati sono molto meno frivole di quanto si pensi: la storia di San Valentino riguarda anche noi

San Valentino queer Gay.it
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L’amore è nell’aria. Lo è sempre, ma in questi giorni la tradizione vuole che si senta ancora di più visto l’avvicinarsi della festa per eccellenza di tuttə lə innamoratə: San Valentino. I negozi si addobbano a suon di cuori rossi e decorazioni a tema, i biglietti con le frasi più sdolcinate che possano venire in mente attendono già i ritardatari dell’ultimo minuto e i vari fiorai si preparano ai giorni più redditizi dell’anno. Un vero e proprio business si è costruito attorno a questa festa che vuole rendere omaggio al sentimento più puro e grande, ma la venalità di questi tempi non deve far dimenticare l’origine di questa festa.

Nell’immaginario più comune, San Valentino è una festa molto, troppo, mielata, decisamente frivola e prettamente eterosessuale. Ma le sue origini, che non tuttə conoscono, sono ben lontane da questa idea e, soprattutto, ha molti più legami con la comunità LGBTQIA+ di quanto si pensi. E tutto in questo in tempi non sospetti, nel lontano Medioevo con qualche radice affondata nell’antico Impero Romano. E tuttavia, a pensarci bene, il lato queer di San Valentino non è così impossibile da pensare.

Facciamo diversi passi indietro, al tempo di imperatori e divinità. Tra le varie celebrazioni pagane degli antichi romani si annovera anche un particolare festa della fertilità, chiamata Lupercalia. Si trattava, in una versione molto più rudimentale e meno articolata, di una sorta di Uomini e Donne ante-litteram: era l’occasione per spingere uomini e donne a incontrarsi e, senza troppi preliminari, unirsi in matrimonio per mettere su famiglia e procreare. La finalità era tutta per la patria, perché si credeva che i bambini fossero necessari per mantenere forte l’Impero. Spoiler: non era così. Arrivò a questa conclusione Claudio II, che con molta arguzia intuì che gli uomini single combattevano meglio perché non dovevano preoccuparsi per la famiglia.

Già solo questo basterebbe ad aprire non poche riflessioni, ma è solo l’inizio di questa storia che vede protagonista una vera e propria rockstar come San Valentino. I riti della Lupercalia, infatti, continuarono, ma non dovendo più rispondere a un obiettivo più alto, divennero molto più eccentrici e sfrenati. E la cosa continuò fino all’Alto Medioevo. Entra qui in scena Valentino, che santo diventerà più tardi, e la sua anima che, pur essendo un prete, era decisamente ribelle.

Valentino, infatti, voleva proteggere gli innamorati e di conseguenza capitava anche che andasse contro le regole per unire in matrimonio e in gran segreto persone che alla luce del sole non potevano farlo. Purtroppo, non sono sopravvissute testimonianze che provino con certezza se il futuro San Valentino abbia unito in matrimonio anche persone dello stesso sesso, ma la sua apertura anche a quegli amori che erano vietati dalla società lo rende molto vicino a noi. Ci si potrebbe anche azzardare a chiamarlo un alleato, considerando che poi venne ucciso per questo e diventò un martire.

Non a caso, dopo che venne fatto santo dalla Chiesa cattolica, San Valentino è diventato un simbolo e un’icona per molti cattolici queer. Per quanto riguarda la data della fatidica, invece, la festa degli “innamorati”, ancora caratterizzata da eccessi sfrenati, era in origine il 15 febbraio. Fu papa Galesio I che, non potendola fermare e sentendo la necessità di fare qualcosa, decise di “battezzarla” e spostarla al giorno precedente, il 14 febbraio, che dopo la canonizzazione era diventato il giorno dedicato proprio a San Valentino.

Sugli sviluppi della festa degli innamorati e sulla figura stessa di San Valentino, poi, esistono molto versioni e molte varianti di come i fatti si svolsero effettivamente. Cosa che con le fonti sopravvissute e a disposizione degli storici, è complicato da ricostruire. Quel che è certo, è che San Valentino è nata come la festa dell’amore e, come voleva l’uomo a cui è dedicata, un amore che non conosce alcuna distinzione. Valentino, anche in vita, era il protettore degli innamorati: il suo sfidare le regole canoniche per difendere l’amore, anche quello che ai tempi era illegale, era estremamente moderno. Raccogliere i frutti della sua leggenda e rendere la festa di San Valentino queer ci spetta di diritto.

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