Russia, banditi i primi “libri LGBT”. Vietati Michael Cunningham, James Baldwin e Vladimir Sorokin

La stima che i russi nutrono per la letteratura aveva fatto sì che i funzionari fossero cauti nel prendere di mira i libri, replicando quanto fatto con Internet, il cinema e la televisione. Ma la macchina è ora partita.

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L’ultima dichiarazione di guerra del presidente russo Vladimir Putin alle persone LGBTQIA+ è l’eliminazione dei libri con “contenuti LGBTQ+” dagli scaffali russi e da Internet.

Il primo atto ufficiale è stato quello di vietare la vendita dei romanzi Una casa alla fine del mondo del premio Pulitzer Michael Cunningham, edito nel 1990, La stanza di Giovanni di James Baldwin, edito nel 1956, ed Heritage – Nasledie dello scrittore russo Vladimir Sorokin. A decidere il bando un nuovo consiglio istituito dall’Unione Russa del Libro, un organismo nominalmente indipendente che rappresenta i professionisti dell’editoria, incaricato dal governo di conformare l’industria editoriale alle leggi omobitransfobiche russe contro la propaganda LGBT.

Il Consiglio ha non a caso deciso che tali opere violano l’articolo 6.21 del Codice dei reati amministrativi russo, che proibisce la “propaganda” che sostiene “rapporti sessuali non tradizionali”.

Sebbene il Cremlino non abbia istituito direttamente questo nuovo consiglio, esso è comunque rappresentato da suoi rappresentanti, tra cui alcuni membri dell’esercito russo e della Chiesa ortodosa. La stima che i russi nutrono per la letteratura aveva fatto sì che i funzionari fossero cauti nel prendere di mira i libri, replicando quanto fatto con Internet, il cinema e la televisione. Questa attenzione del nuovo consiglio sui libri è “parte di una più ampia repressione della guerra dell’informazione legata alla legge contro la propaganda gay”, ha sottolineato Jeff Hawn, un esperto di Russia presso la London School of Economics.

In Russia, “la letteratura ha sempre goduto di uno status speciale perché la censura dei libri era una parte molto importante del regime sovietico”, ha detto Hawn. “E la libertà per gli scrittori dopo la caduta dell’Unione Sovietica è stata sancita”.

Ma ora i mass media sono diventati una priorità, secondo Stephen Hutchings, specialista in storia culturale russa e sovietica all’Università di Manchester. “Ciò che la gente vede nella stampa è molto più significativo, a questo riguardo, di ciò che viene rappresentato nella scrittura di fantasia“, ha ribadito Hutchings. “Quindi è più urgente controllare queste piattaforme”.

Ma mondo dell’editoria si era preparato alla mannaia di Putin. All’inizio del 2022 un giornalista russo indipendente aveva pubblicato su Telegram un elenco di 250 libri a rischio censura totale a causa dell’adozione della nuova legge contro la propaganda LGBT. Le autorità russe descrissero quelal lista come “allarmista“.

Tutti e tre i romanzi recentemente vietati erano in quell’elenco. Siamo solo all’inizio.

In Una casa alla fine del mondo Jonathan, un ragazzo introverso e insicuro, e Bobby, attraente, benvoluto ma un po’ grossolano, non potrebbero essere più diversi: eppure diventano amici inseparabili e poi amanti nel corso di un’intensa e tormentata adolescenza a Cleveland, Ohio. Durante gli anni del college si perdono di vista, per poi ritrovarsi a New York dove Jonathan vive con l’amica del cuore Clare. Quando Bobby si trasferisce da loro e comincia una relazione con la ragazza, gli equilibri sentimentali e interiori dei tre ne vengono inevitabilmente sconvolti.

In La stanza di Giovanni  David, un giovane newyorkese in fuga da se stesso, approda a Parigi nel tentativo di affrancarsi dalla propria educazione e dalla vita da ragazzo perbene che sembra essergli stata cucita addosso. Mentre la sua fidanzata, Hella, è in Spagna per riflettere sul futuro della loro storia, in un bar David conosce Giovanni, impertinente e luminoso, e ne rimane irrimediabilmente attratto. E dal loro incontro, dal primo momento in cui entra nella sua stanza, piccola e disordinata, saprà di essere perduto, che né la vergogna né la paura riusciranno a riportarlo a casa.

In Heritage il futuro è passato, la guerra nucleare è quasi dimenticata, non tutti sono sopravvissuti e quelli che sono sopravvissuti non saranno più gli stessi. Il trattato di pace non ha portato alla pace: la violenza è diventata la norma e una necessità. Nella parte finale della trilogia sul dottor Garin, Vladimir Sorokin descrive la fase successiva del decadimento post-apocalittico, ancora più distante da noi. Ma la sua realtà paradossalmente sembra molto più riconoscibile. È vero, non riconosciamo subito il personaggio principale, ma lui, come si conviene a un medico, rimane un esempio di dignità e umanità. Il treno, immagine costante che collega la letteratura russa, sovietica e post-sovietica, va da est a ovest. Il suo carburante sono le persone, non metaforicamente ma letteralmente, e non hanno nessun altro posto dove scappare. Ma il meraviglioso dottore e i suoi insoliti eredi danno speranza che il mondo impazzito non abbia solo una fine, ma anche un più felice futuro.

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