Loro formano una coppia inossidabile nel Pantheon dei gay capitolini. Insieme da anni, incredibilmente affini, sufficientemente fedeli l’uno all’altro incarnano l’aspirazione di molti quando pensano a una relazione affettiva. Come per alcune nobili casate le cui origini appaiono piuttosto fumose anche du quella del loro amore le fonti sono vaghe ai più.
Ma non certo a me. Le mie fonti infatti riportano che i due si conobbero in un cruising bar molto popolare nell’ancora più popolare quartiere Tuscolano. La dinamica del loro avvicinamento aveva rispettato il formato standard degli incontri in quel locale: lui lo guarda, lui lo riguarda, lui sorride, lui risponde, uno scivola oltre il drappo nero che delimita la zona "living" da quella "ricreativa" e l’altro lo segue furtivamente.
Si appartano così nella privacy di una cabina le cui pareti troppo sottili li costringono però a un’intimità forzata con gli altri "condòmini" tra ansimi soffocati e scampanellii di fibbie slacciate con vigore. Bastano però pochi minuti passati insieme per capire che ce n’è abbastanza tra loro per continuare la conoscenza bevendo una birra alla luce di lampadine che illuminano a pieno regime.
Come continuano a litaniare i miei amici ogni volta che accenno a lamentarmi della mia zitellanza, l’amore arriva quando meno te lo aspetti e, aggiungo io, anche dove mai avresti pensato potesse sbocciare.
Alcuni anni dopo mi trovo a una festa. L’olimpica coppia è anche lei presente e mi avvicino mentre uno dei due sta rievocando con altri invitati il giorno del loro incontro. Qualcosa però non mi quadra perché al posto del lupanare magno e dei singulti di piacere era venuta furi dalle sue labbra una storia fatta di amici in comune e una cascina in campagna durante un fine settimana in Toscana. Poco ci mancava che non spuntassero anche fate danzanti e topini canterini. Questo racconto bucolico di una notte di mezza primavera narrato con l’arte di un aedo aveva affabulato i presenti andando così a rafforzare ancora di più nella mente del pubblico l’idea che la loro fosse una coppia benedetta da un’origine quasi mitica.
Nonostante la frottola raccontata, il mio conoscente però suscitava in me più tenerezza che biasimo perché al di là di tutto mi era sembrato assolutamente comprensibile che avessero elaborato una storia che li mettesse al riparo dal giudizio moraleggiante di quanti credono che l’amore vero nasca solo a seguito della perdita di una scarpette di cristallo lungo le scale di un castello.
Ma allora, con una buona dose di cinismo e lucidità c’è da chiedersi: può il luogo del primo incontro screditare il valore di una relazione? Assolutamente no. Del resto come dice De André "i fiori non nascono dai diamanti" ma i giudizi delle persone possono essere piuttosto seccanti. Tutti faremmo ricorso alla fantasia elaborando una versione che sia più consona da raccontare ai propri genitori che, per quanto possano essere aperti di mentalità, non è detto gradiscano sapere che l’ultima cosa chiesta dal figlio all’attuale compagno il giorno del loro primo incontro è stato il nome.
A volte capita per davvero di trovarsi un fine settimana in un casaletto immerso nella campagna toscana e, ammirando il panorama, è facile pensare: "come sarebbe bello conoscere qualcuno ora, qui e subito". Ma non sempre le cose vanno come vorremmo e può capitare che la "fatidica porta" che si apre sul nostro cuore sia quella dello stanzino di un cruising bar. Per questo va preso con benevolenza l’intento del mio conoscente (come credo anche di molte altre persone) di dare un ritocchino all’originale esattamente come con indulgenza si giustifica il cambiamento del curriculum un’attricetta dal discutibile passato qualora volesse tentare il salto verso le grandi produzioni.
Probabilmente anche io elaborerei una versione "ufficiale" dell’avvenuto fatto perché tutti in fondo aneliamo a sposarci in bianco anche quando la verginità è persa da un bel pezzo e in questo caso cosa volete possa contare ricostruire l’imene del proprio momento fatidico a beneficio del pubblico giudizio?
di Insy Loan ad alcuni meglio noto come Alessandro Michetti
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