Un convegno – organizzato dall’associazione cattolica Scienza &Vita – che parla di persone trans, e che però non implica la presenza di alcun* speaker della comunità.
È previsto, nel weekend del 19 e del 20 aprile presso l’Aula Magna del Rettorato dell’Università degli Studi di Catania, con un programma fittissimo tutto dedicato alle “questioni mediche, giuridiche ed antropologiche” dell’incongruenza di genere nei minori (nella locandina, disf*ria di genere), e delle carriere alias negli istituti scolastici.
Dopo la faziosa incursione governativa nelle pratiche del centro per le terapie di affermazione di genere del Careggi di Firenze, dopo settimane di campagne di disinformazione contro farmaci come la triptorelina – definiti salva-vita per l* giovani transgender in età puberale -, e dopo l’istituzione di un tavolo tecnico governativo per mettere in discussione i protocolli in merito, attivi dal 2019, ancora una volta la comunità trans diventa oggetto di discussione, e non soggetto.
A segnalarlo, Arcigay Pegaso Catania, con un post Instagram in cui l* attivist* esprimono perplessità verso un programma che prevede sì interventi di professionisti sanitari, ma anche di teologi cattolici e di altre professionalità che sembrano voler trasmettere un messaggio ben preciso.
“L’impianto generale del convegno appare fortemente ideologico e patologizzante, né sembra tenere in alcun modo conto del pronunciamento dell’Organizzazione mondiale della Sanità che, già dal 2018, ha chiarito come la condizione transgender non sia una malattia – si legge nel post – Il riferimento continuo e costante alla disforia di genere quale categoria diagnostica, presente nel titolo del convegno e in molti degli interventi in programma, non va certamente in questo senso”.
Previsto anche un intervento della senatrice Paola Binetti, già pronunciatasi contro aborto, unioni civili e comunità LGBTQIA+, definendo l’omosessualità una “devianza”. Figurano poi anche i nomi di Giacomo Samek Lodovici, docente di filosofia alla Cattolica di Milano e consigliere nazionale Scienza&Vita, anch’egli espressosi contrario alle unioni civili e le adozioni per le coppie gay, nonché di don Antonio Sapuppo, sostenitore della fantomatica “teoria del gender”.
Insomma, basta una rapida occhiata al programma per capire che c’è qualcosa che non va.
“Vedere le istituzioni pubbliche piegarsi a una lettura parascientifica, ideologica e patologizzante dei percorsi di vita delle persone transgender è qualcosa che preoccupa e indigna enormemente – continua Arcigay – Per questo motivo abbiamo già scritto al Rettore, al Sindaco, al Direttore generale dell’Asp e al Consiglio dell’Ordine degli avvocati, tutti a vario titolo coinvolti, e siamo in attesa di risposte”.
Arcigay Catania ha quindi già chiesto all’ateneo – ma anche a student*, alle loro associazioni e all* docenti – di prendere le distanze dall’evento. Nel caso in cui quest’ultimo dovesse comunque svolgersi da programma, è possibile vi siano contestazioni.
“Non ci pare possibile che una tale iniziativa debba essere ospitata dall’Università. Chiediamo una netta presa di distanza da parte dall’ateneo. Qualora il convegno dovesse svolgersi come previsto nei suoi spazi, annunciamo sin d’ora la nostra presenza”.
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