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SESSO SENZA PIETA’

Il suo primo romanzo ‘Sarah’, sta per diventare un film. Il secondo, "Ingannevole il cuore più di ogni cosa", conferma J.T. Leroy fenomeno letterario. Che descrive un’omosessualità al limite.

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J. T. Leroy ha un grande pregio: non racconta balle. Almeno ci prova. Anche il sesso nei suoi romanzi è come un’illusione svelata, come sputtanare qualcuno che crede ancora nelle fiabe. Già, le fiabe. Sarà per questa continua oscillazione tra favola e realtà che il protagonista dei suoi romanzi è sempre un bambino. Che cresce spietatamente in fretta.

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"Ingannevole è il cuore più di ogni cosa" (Fazi Editore, 240 p., 12,50 €) è il secondo romanzo di quel fenomeno – magari di nicchia, ma pur sempre fenomeno – della letteratura americana contemporanea che è J. T. Leroy: come ogni fenomeno, di lui non si sa nemmeno se esista davvero. Le note biografiche dicono solo che è nato nel 1980, e che il suo primo romanzo "Sarah" sta per diventare un film per la regia di Gus Van Sant. Le leggende invece, lo descrivono come un ragazzino che non mette mai il naso fuori di casa, e comunica con il mondo attraverso il computer. Pare che risponda a tutte le email che riceve. Abita perennemente gruppi di discussione virtuali, e ha sviluppato una grande facilità al contatto umano, purché mediato dal web. Un animale dei nostri tempi, insomma, nelle sue espressioni più estreme. Estreme, come le storie che racconta.

Come nel suo primo romanzo "Sarah", al centro della vicenda c’è il rapporto tra un bambino e la madre prostituta e drogata. Jeremiah a quattro anni viene sottratto ai genitori adottivi da Sarah, la diciottenne madre naturale, che lo "tira su" a suon di minacce e percosse. Così il bambino abita con la madre i camper e le cabine dei Tir dei camionisti con cui lei si accoppia, e che fa innamorare per poi mollarli dopo pochi mesi portandogli via tutti i soldi che trova. E qualche volta, lasciando loro Jeremiah. Tra abbandoni e desideri di identificarsi con la madre, il piccolo capita anche tra le mani di un nonno predicatore, fanatico religioso, dai metodi educativi brutali: lì Jeremiah impara cosa vuol dire il piacere di essere punito, la gioia di sentirsi amato grazie alle cinghiate che ti spellano le natiche, la scoperta del proprio corpo nei bagni in acqua bollente e candeggina, liquido simbolo della purificazione anche spirituale nella melma dei parcheggi delle aree di servizio in cui "lucertole" quindicenni si offrono ogni notte a camionisti pervertiti.

In un modo o nell’altro, e un po’ inspiegabilmente, Sarah torna sempre a riprendersi il bambino: "noi due formiamo una bella coppia" è l’unico accenno ad un apprezzamento che sfugge alle labbra di questa madre che assomiglia più ad una complice. Se lo riprende, per riportarlo a farlo "educare" dai suoi provvisori compagni, che prima cercano di insegnargli a non pisciare nel letto a suon di cinghiate, e poi se lo scopano tranquillamente, quando non è lui a prendere l’iniziativa.

La descrizione di uno di questi accoppiamenti è uno dei momenti più toccanti del romanzo: Jeremiah, vestito con abiti della madre e da lei abilmente truccato in modo da sembrare una bambina, rimasto solo nel camper con il compagno di lei, lo seduce con maestria, abbatte le sue resistenze, e si fa penetrare fino al momento dello "strappo": "giuro che riesco perfino a sentire il rumore dello strappo, mi riempie le orecchie, coprendo i suoi mugolii e il suo ansimare, e lo sto perdendo. Tutto diventa sfocato e non lo vedo più, vedo solo la fiamma di un gigantesco sole che si estingue".

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"Inganevole è il cuore più di ogni cosa" è la storia dell’iniziazione alla vita di un bambino, che perde presto tutte le illusioni legate alla prima infanzia presso i genitori adottivi, per affrontare una realtà più cruda, più sanguinolenta. Come ogni racconto iniziatico, anche le opere di Leroy hanno un forte sapore spirituale, pur ambientate tra putride camere di motel e strade asfaltate. Ogni istante, ogni percezione viene raccontato con profondità e spietatezza, creando per il lettore una sorta di viaggio nell’inconscio del protagonista inquietante e misterioso. Mistero, che si risolve almeno in parte nel sadomasochismo del rapporto finale, in cui Jeremiah paga un professionista per farsi punire senza limiti: "Come posso spiegare un dolore che brucia come una tortura ma che conforta ed eccita più di una carezza o di un bacio?".

E’ questa la realtà dell’amore che Jeremiah ha imparato.

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