Una chiacchierata con Matt Taylor, tra TikTok e queerness

La star dei social ci ha parlato della dating life a Los Angeles, cantanti indie preferite, e di etero che limonano troppo in pubblico.

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Qualche settimana fa vi ho parlato di Matt Taylor: tiktoker, non binary, e portavoce ufficiale della gen Z (elettə da me).

Ieri era un’adolescente dell’Oklahoma  che postava video online per svago mentre lavorava nelle gelaterie di Tulsa. Oggi ha 6 milioni di followers su TikTok, fa partnership con brand importanti, intravede Taylor Swift agli American Music Awards, e le vicine di casa lə riconoscono per chiederlə foto insieme.

Chiacchierare con ləi è come guardare i suoi video: frizzantino, a tratti no sense, ma sempre esilarante. Quando ci incontriamo via Google Meet sembriamo collegarci da due pianeti diversi: ləi nella sua camera a Los Angeles alle dieci di mattina, illuminata dai raggi del sole. Io nel buio del mio appartamento a Milano, alle sette di sera, che sembro dentro una cripta. Ləi t-shirt maniche corte, io cardigan di mia nonna.

Eppure abbiamo così tanti punti in comune che l’intervista diventa subito uno sleepover club o un brunch dell mercoledì, con tanto di fuochi d’artificio esplosi sullo sfondo della call, senza il nostro consenso.

Il resto lo trovate qui.

Lavori sui social media da 5 anni, ormai vero?

MT: Sì, è da parecchio tempo. Ho iniziato a postare quando avevo sedici anni e lavoravo da Baskin-Robbins.

Mi dici i pro e contro dell’essere tiktoker professionista?



MT: Ci sono molti più pro che contro. Ovviamente talvolta è stressante perché sono una persona un po’ introversa, e stare dietro i social può intimidire e metterti addosso un po’ di pressione. Ma mi rendo conto di essere super privilegiatə: a parte sul piano finanziario e tutte le partnership, sono molto felice di aver creato una community e sapere che posso contribuire con  un impatto positivo su di loro. Anche semplicemente essendo una persona queer che possono vedere sui social. E naturalmente tutte le persone che ho incontrato grazie ad Internet e con cui ho stretto amicizia!

I followers  ti riconoscono per strada?



MT: Succede qualche volta. Voglio dire, non sono Katy Perry o Beyoncé. Se indosso un outfit particolarmente colorato può capitare più spesso, ma non è mai troppo folle!

Ti viene in mente l’interazione più strana o anche solo memorabile che hai vissuto con qualche follower dal vivo?


MT: Me ne viene in mente una che è sia memorabile che strana. Quando vivevo nel mio primo appartamento in L.A. me ne stavo in questo piccolo patio all’aperto a mettermi lo smalto e guardare video, quando una ragazza è spuntata dall’appartamento affianco dicendomi: oddio, sei su Tiktok? E siccome erano collegati, è entrata praticamente dentro il mio cortile per chiederci di farci una foto. Fu strano, ma pensai anche: whatever. Era pur sempre Hollywood.

 

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A proposito di Hollywood. Tu sei cresciuto in Tulsa, giusto?

MT: Sì, in Oklahoma.

Quali sono le più grandi differenza tra il posto in cui sei cresciuto e L.A.?

MT: Beh, sicuramente sul piano politico e legislativo  in Oklahoma non sei così tanto protettə se sei una persona LGBTQIA+. Non voglio dire che mi sentivo spaventato perché crescendo lì mi ci ero praticamente abituato e non pensavo esistessero possibilità diverse. Ma c’erano queste piccole cose tipo persone che ti fissano di continuo o alcuni contesti dove non ti sentivi al scuro. Adesso amo decisamente vivere a L.A, perché  è tutta un’altra cosa!

Mi ci rivedo. Io sono cresciuto in un piccolo paese di provincia e mi sono trasferito a Milano che è considerata la città più queer friendly in Italia – e nonostante questo i problemi non mancano nemmeno qui. L.A. è accogliente per le persone queer?

MT: Decisamente. C’è un enorme popolazione queer qui, con tante piccole comunità diverse.

Da noi c’è questo cliché dei ‘gay cattivi’. Praticamente quei gay che hanno visto troppe volte Mean Girls e l’hanno reso un tratto della loro personalità. Ci sono anche lì? 

MT: Assolutamente. Ci sono gay cattivi ed etero cattivi. Ma anche tante altre persone pazzesche.

È più facile andare ad un date quando hai tutta questa esposizione sui social?

MT: Ti direi che è interessante. Non sono su Raya (ndr. la dating app per celebrità) perché non mi hanno approvato il profilo, quindi non saprei fare grandi paragoni: sono su internet da quando sono adulto, quindi non saprei come sarebbe senza. Però capita che su Tinder o Hinge chiacchiero con qualcunə e dopo mesi mi dicono ‘ti seguo sui social dal 2018!‘. Cerco di non farmi scoraggiare da questa cosa perché troverei assurdo non parlare con chiunque mi abbia già visto su Internet. Ma è un’esperienza interessante notare che le persone sanno più di me rispetto a quanto io so di loro.

Cosa ti accende e cosa ti spegne durante un date?

MT: Mi accende parlare con qualcunə che sia consapevole di sé, che si è presə del tempo per conoscersi meglio, e puoi intuirlo anche solo da come parla. Persone sicure  ma non presuntuose, ecco. Per il resto non credo di avere chissà quanti turn-off perché cerco di non giudicare troppo al primo appuntamento!

Ti prego, insegnami. Io li giudico subito silenziosamente. Nemmeno la mia terapeuta pensa sia una cosa positiva.

MT: Ma guarda che è anche una cosa positiva! Significa avere degli alti standard per te stessə!

 

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Grazie! Mi dici la più grande celebrità che hai incontrato e quella che vorresti troppo incontrare un giorno?

MT: Ho incontrato di corsa Charlie D’Amelio ad un party qualche anno fa. Ma ricordo quando vidi Taylor Swift e  Olivia Rodrigo agli AMas e pensai  ‘OH MIO DIO!’. Un giorno spero troppo di incontrare Lana Del Rey.

A proposito, domenica scorsa ci sono stati i Grammys. Guardando la tua playlist, qual è il tuo personale album dell’anno? Se tu mi dici il tuo, ti dico il mio.

MT: Farò quellə indie e stupidə solo per distinguermi, ma amo Alice Phoebe Lu, e se potessi nominare qualcunə ad un Grammy sceglierei lei. È super talentuosa e il suo album Shelter che ha rilasciato l’anno scorso è bellissimo.

Non la conosco, me la segno.

MT: Dovresti ascoltarla! Ha un sound molto vibey.

Farò anche io quellə indie e diversə, e ti dico Preacher’s Daughter di Ethel Cain. La conosci?

MT: Oddio, no non la conosco. Devo ascoltarla!

Fallo. Alcune persone la paragonano a Lana, ma non credo sia vero: è molto più dark e torrida.

MT: L’aggiungo alla mia playlist e l’ascolto subito dopo.

Uno dei tuoi video che mi fa ridere di più è ‘your friend who can’t remember anything’. Io sono quell’amicə che non ricorda nulla, e voglio chiederti: come si fa con noi? Te lo chiedo per aiutare le persone intorno a me.

MT: Dobbiamo esserci per loro e fare il meglio che possiamo. Ma non lo so davvero perché in realtà anche io sono così. Ho bisogno d’aiuto.

Di che segno sei?

MT: Ho sole, luna, e ascendente in Cancro. Quindi insomma .. tante emozioni.

Io sono Gemelli, ed è difficile. Abbiamo una brutta reputazione, ci odiano tuttə.

MT: Ma mi sembra che le persone odiano sempre qualche segno per qualche motivo. Succede anche a noi Cancro!

@mattheperson♬ original sound – Matt Taylor

Siamo solo incompresə. Ora ho un’ultima domanda per te, e mi dispiace perché mi stavo divertendo: mi dici una cosa che fanno gli etero che dovremmo cancellare dalla nostra memoria per sempre?

MT: Non so se è controverso, ma troppa PDA (ndr. public display affection) ovvero quando la gente limona o si tocca in pubblico. Sento che le persone etero sono troppo a loro agio nel farlo. L’altro giorno ero ad un buffet che cercavo di prendere l’humus e questi erano davanti a me che limonavano tutto il tempo e avrei urlato: voglio solo il mio humus!

Non è controverso affatto. Soprattutto perché se invece lo facciamo noi persone queer ci rompono le scatole. A questo punto se non posso io, non puoi nemmeno tu. Ma in generale, lo trovo imbarazzante in ogni caso.

MT: Esatto! Capisco se è una proposta di matrimonio, ma non dobbiamo farlo di continuo.

Ma anche quella è rischiosa. Se mi fai una proposta in pubblico come faccio a dirti di no? Sono costretto ad accettare?

MT: Sì, tocca avere una conversazione dopo in privato.

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