Il 9 febbraio la Svizzera sarà chiamata ad un referendum sull’estensione dell’articolo 261 bis del codice penale relativo alle discriminazioni razziali, etniche, religiose alle discriminazioni fondate sull’ “orientamento sessuale”.
Proprio perché in un paese liberale come la Svizzera non c’è posto per la discriminazione, i giovani di tutti i partiti, a eccezione degli UDC, si sono ritrovati per combattere l’omofobia, convincendo il popolo a votare a favore dell’estensione della norma antirazzismo. “È nostro dovere fissare dei paletti e chiarire che la discriminazione non è tollerabile“, ha rimarcato Tobias Vögeli, co-presidente dei giovani Verdi liberali. Matthias Müller, presidente dei giovani PLR, ha rilanciato, come riportato da TvSvizzera: “Liberalismo significa libertà e uguaglianza di ogni cittadino del Paese. Quando certe persone vengono umiliate perché diverse, allora questi valori vengono meno. Non è tollerabile che persone vengano aggredite a causa del loro orientamento sessuale. Quando ciò accade, allora è già troppo tardi“.
“L’estensione della norma antirazzismo non imbavaglierà la libera espressione delle opinioni, purché quest’ultime non intacchino la dignità umana o neghino i diritti a determinate categorie di persone” ha continuato il co-presidente dei Giovani Verdi Luzian Franzini, mentre i giovani PPD, Evangelici e Socialisti hanno sottolineato come “l’odio” non sia “un’opinione“.
Il 3 dicembre 2018 venne approvata la modifica dell’articolo 261 bis del codice penale, poi contestata da un referendum lanciato dall’Unione democratica federale e dai giovani dell’Udc, non a caso oggi silenti. Gli unici tra i giovani di tutti i partiti. Anche la Chiesa evangelica ha detto di sì a questa legge. Al popolo svizzero spetta ora l’ultima parola.
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